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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Rom, sgombero a Val d'Ala: "Senza preavviso e senza alternative. Viola diritto internazionale"

L'associazione 21 Luglio attacca le modalità dell'operazione: "La trattativa con le famiglie per trovare soluzioni alternative era ancora in corso. Questa notte dormiranno in strada"

Una politica "costosa, miope e inefficace" che trova nell'ultimo sgombero forzato di Val d'Ala la sua ennesima conferma. Questa mattina le forze dell'ordine sono intervenute al parco delle Valli per allontanare 21 persone che alloggiavano abusive in una tendopoli di fortuna. E a tuonare contro la politica degli sgomberi è ancora una volta l'associazione 21 Luglio. 

"Sono intervenuti senza alcun preavviso, facendo saltare le positive consultazioni avviate nelle scorse settimane" dichiara il presidente Carlo Stasolla. Era in corso una trattativa con gli uffici tecnici di viale Manzoni, ma le pattuglie della Polizia Municipale sono arrivate prima che venisse raggiunta la quadra. Il risultato? Le solite proteste sotto l'assessorato senza soluzione. "Questa notte i rom dormiranno in strada" spiega Stasolla, perché la Sala Operativa Sociale è intervenuta sui soggetti fragili, bambini e donne incinta. Gli altri restano al momento senza un tetto. 

"È la seconda volta in un anno che gli stessi rom di Val d’Ala vengono sgomberati dallo stesso insediamento - spiegano dall'associazione - lo sgombero forzato del 9 luglio 2014 costò alle casse comunali circa 170 mila euro, considerando le operazioni di sgombero in quanto tali, l’accoglienza temporanea nella ex Fiera di Roma e il rimpatrio assistito delle famiglie. Solo alcuni mesi dopo, lo scorso febbraio, le stesse persone sono ritornate a Roma, reinsediandosi nella medesima area dalla quale erano stati sgomberati". Un caso che fa scuola se parliamo di sprechi e interventi inefficaci. 

"L’azione si configura ancora una volta in violazione degli standard previsti dal diritto internazionale in materia di sgomberi. Nessuna notifica dello sgombero, né verbale né scritta, è stata consegnata alla comunità e nessuna soluzione alternativa abitativa adeguata è stata offerta alle famiglie rimaste da oggi all'addiaccio.

Soltanto pochi mesi fa, a febbraio 2015, la Commissione Europea contro l’Intolleranza e il Razzismo (ECRI) aveva richiamato l’Itala a causa dei continui sgomberi forzati che non rispettano le procedure internazionali perpetrati nel nostro Paese.

Nei mesi scorsi, in seguito alle notizie sull’imminenza dello sgombero a Val d’Ala, era stato avviato con a segreteria dell’Assessorato alle Politiche Sociali un positivo tavolo di consultazioni che avrebbe dovuto portare all’individuazione di soluzioni alternative percorribili ed efficaci, con il coinvolgimento delle singole famiglie. Il tavolo e il dialogo intrapreso avevano di fatto scongiurato lo sgombero forzato". Poi però sono arrivate le pattuglie. 

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