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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Stazione Tiburtina, nuovo sgombero per i migranti del Baobab: "E' il ventesimo"

La polizia ha portato tutti i presenti al centro immigrazione di via Patini per l'identificazione. Braccio di ferro sulle tende: "Hanno tentato un sequestro illegale"

Tra meno di 24 ore si festeggerà la Giornata mondiale del rifugiato. Ma per i migranti accolti dai volontari di Baobab alla stazione Tiburtina, molti dei quali rifugiati, si sta celebrando solamente la ventesima operazione delle forze dell'ordine da quando il centro di via Cupa è stato definitivamente sgomberato. Questa mattina intorno alle 7.30 i blindati della polizia sono tornati all'accampamento di via Gerardo Chiaromonte, ribattezzato dai volontari 'piazza Maslax' in onore del 19enne somalo che si è tolto la vita in un centro di accoglienza a Pomezia, anche lui passato da Baobab. In quel momento nel piazzale di proprietà delle Ferrovie dello Stato c'erano circa 100 persone.

"I migranti sono stati identificati, caricati su un pullman della polizia e portati in via Patini (il centro immigrazione della Questura, ndr)" spiega Roberto Viviani, attivista di Baobab presente al momento dell'operazione. "Il tutto senza la presenza nè di un mediatore culturale che potesse spiegare loro cosa stava accadendo nè della sala operativa sociale del Comune di Roma". Non solo. "I migranti che sono stati rilasciati hanno denunciato di aver firmato un documento di cui non hanno copia e  ignorano il contenuto perché non era presente alcun mediatore".

Il copione si ripete uguale ormai da mesi. Anche se oggi, tra i migranti accolti dalle tende raccolte da Boabab, c'era anche qualche reduce dallo sgombero di via Vannina. "Come Moustapha, che durante quell'operazione è stato violentemente colpito al volto da una manganellata" continua Roberto. "Questa mattina aveva due visite prenotate al Policlinico Umberto I, una maxillofacciale e una oculistica, visto che da una settimana, dal giorno dello sgombero, non riesce a vedere. Ho cercato di spiegare alla polizia che era una visita urgente ma è stato portato lo stesso all'ufficio immigrazione per l'identificazione". 

Il braccio di ferro si è consumato anche sui gazebo e le tende, 30 da tre posti e altre 10 da uno o due posti, frutto delle donazioni dei cittadini di tutta Italia a sostegno delle attività di Baobab, montante sul piazzale di proprietà di Ferrovie dello Stato. Oggetti necessari alla sussistenza, troppe volte finiti nella soazzatura al termine di precedenti sgomberi. "Anche questa mattina hanno tentato un sequestro illegale senza un mandato" la denuncia degli attivisti. "Ci siamo seduti a terra per bloccare l'accesso all'Ama". Nel tentativo di fermare l'operazione sul posto si sono presentati il senatore Massimo Cervellini e il deputato, nonché consigliere capitolino di Sinistra per Roma, Stefano Fassina, entrambi di Sinistra Italiana. Seppur non presente, rispetto ai fatti di questa mattina è intervenuto anche il sentore Luigi Manconi. 

Tra gli sgomberi sempre più frequenti e il "silenzio del Campidoglio" l'estate si preannuncia calda. Soluzioni all'orizzonte non ce ne sono. L'ex Istituto Ittiogenico, che timidamente qualche politico aveva proposto come possibile alternativa, non è più nelle mani della Regione Lazio mentre il Ferrhotel, dove il Comune aveva promesso un hub per l'accoglienza migranti (entro giugno), non è ancora pronto e non ci sono informazioni in merito ai tempi per la sua apertura. I volontari del Baobab lavorano con il solo sostegno di associazioni e dei cittadini: "Grazie al lavoro della rete legale negli ultimi due mesi siamo riusciti a far 'ricollocare' in Germania, Svezia e Finladia 40 persone". 

Proprio questa sera è in programma il concerto di Sandro Joyeux che nel 2012 ha viaggiato per le campagne d'Italia, da Foggia a Rosarno, portando la sua musica a sostegno dei braccianti agricoli migranti. E questa sera dovrebbe incontrare quell'Africa che il centro di Roma continua a respingere. Proprio ieri, invece, nel Piazzale Maslax, c'era Giusi Nicolini, ex sindaca di Lampedusa. 

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha espresso "profonda preoccupazione" per "la condizione di centinaia di richiedenti asilo che per motivi di differente natura si trovano di fatto fuori dal circuito dell'accoglienza e che si recano nei pressi della stazione Tiburtina per poter ricevere assistenza fornita da volontari e organizzazioni non governative" si legge in una nota. "Fra loro vi sono persone molto vulnerabili, minori non accompagnati, vittime di tortura e violenza di genere. L'assenza di un'adeguata informazione circa i loro diritti e la procedura di protezione internazionale, nonché le condizioni spesso di grande disagio igienico sanitario in cui queste persone vivono, le espone a gravi rischi". L'UNHCR "ha particolarmente apprezzato lo sforzo dei cittadini romani e delle associazioni nel dare una grande risposta di solidarietà ai migranti e richiedenti asilo che sostano nell'area della Stazione Tiburtina" e a gennaio scorso, "nel corso di un incontro con la sindaca Virginia Raggi, ha chiesto che con urgenza venisse data una risposta". Conclude la nota: "A Roma serve con urgenza un piano di interventi sociali efficaci e lungimiranti per rifugiati e richiedenti asilo". 

"Continuano a mancare soluzioni strutturali per l'accoglienza dei migranti a Roma. La svolta leghista di Beppe Grillo copre la scelta della giunta Raggi di scaricare responsabilità morali, politiche e amministrative sull'accoglienza dei migranti" il commento di Fassina e Cervellini. "Migranti che continueranno a arrivare, nonostante le lettera della Sindaca al Prefetto. La fuga della giunta avviene nell'indifferenza della Regione Lazio e del Ministero degli Interni. Così si criminalizza chi offre solidarietà per far finta di garantire sicurezza e si perseguita un presidio di civiltà in una Capitale sempre più abbandonata".

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