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Occupazioni da sgomberare, ma il Comune non offre alternative: è stallo

Nei giorni scorsi la sentenza: il Viminale risarcisca

È sempre più caldo il clima intorno alle occupazione romane. Dopo la sentenza del Tribunale di Roma che ha condannato il ministero dell'Interno a indennizzare i proprietari di uno stabile occupato, si è alzata ulteriormente l'attenzione sui circa 100 palazzi occupati, dove vivono oltre 9 mila persone. Il comitato per l'ordine e la sicurezza, che si è riunito più volte negli ultimi mesi, ha posto in cima alla lista una manciata di immobili 'prioritari' ma in assenza di alternative è tutto fermo. Lo scrive nero su bianco la circolare del Viminale, diramata dopo gli sgomberi di agosto che hanno lasciato per strada oltre 150 famiglie, 60 delle quali vivono ancora oggi in una tendopoli a piazza Santi Apostoli. Da allora sono stati diversi gli incontri tra Prefettura e Campidoglio. E i 100 posti trovati dall'amministrazione di Virginia Raggi nei container di via Ramazzini non sono riusciti a sbloccare la situazione. 

Nel frattempo la sentenza emessa il 9 novembre dal Tribunale di Roma, resa nota solo qualche giorno fa, è caduta come un macigno sulla delicata situazione della capitale. Il ministero dell'Interno è infatti stato condannato a risarcire il proprietario di un immobile occupato in via del Caravaggio, a Tor Marancia, per 266 mila euro al mese a partire da settembre del 2014. Lo Stato, si legge nella sentenza, deve procedere con lo sgombero perché ha "l'obbligo giuridico di impedire l'altrui illecito". La società, si legge ancora nel provvedimento, si era mossa fin dal 6 aprile del 2013, giorno dell'occupazione, per chiedere lo sgombero.

La questione è stata affrontata anche alla Camera ieri quando nel corso di una question time il deputato di Fratelli d'Italia, Fabio Rampelli, ha chiesto informazioni sulle intenzioni del Governo relativamente alla sentenza, ipotizzando la possibilità di "mettere mano" al decreto Minniti sulla sicurezza. Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, rinviando valutazioni di merito a Marco Minniti, ha spiegato che "l'assegnazione di risorse finanziarie destinate al ristoro del danno subito da proprietari di immobili occupati abusivamente necessita di una norma di legge che, nel quantificare i maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, individui anche la relativa copertura". 

Il Viminale ha fatto sapere di aver presentato appello. La circolare emanata dopo lo sgombero di via Curtatone non può essere superata. Ai prefetti, ricorda il Viminale, spetta la "pianificazione degli interventi, ma soprattutto il coinvolgimento dei sindaci nella 'mappatura' delle situazioni a rischio e nella necessità di trovare soluzioni alternative per fare fronte all’emergenza abitativa". Ma su questo ultimo aspetto, si è ancora molto lontani da un punto fermo. E nello stabile di via del Caravaggio vivono 350 persone. 

Dopo il crescendo delle scorse settimane anche gli sgomberi di via Carlo Felice e di via del Policlinico, indicati come prioritari, sono stati congelati. La prima è la più vecchia della capitale. La proprietà di Bankitalia attende lo sgombero da 13 anni. Sul secondo pende anche una sentenza del Tar che, accogliendo il ricorso avanzato dalla società proprietaria, intimava all'amministrazione capitolina di procedere a 'liberare' l'immobile entro il 21 novembre. Il dubbio sull'incolumità degli abitanti in relazione alla sicurezza dell'immobile però è stato fugato dalla Commissione stabili pericolanti che ha messo nero su bianco che la palazzina è in buone condizioni, salvo alcune prescrizioni non relative alla struttura. Sgombero rinviato. E non si esclude che il Tar possa decidere di nominare un commissario. 

Resta il fatto che a via Carlo Felice vivono 29 famiglie. In viale del Policlinico 44. "Hanno fatto tutti domanda per una casa popolare" hanno fatto sapere le presidenti del I e del II municipio, Sabrina Alfonsi e Francesca del Bello. Anche in questo caso le alternative all'orizzonte non ci sono. E senza alternative, nessuno sgombero.

In quanto ad alternative, il sindacato Unione Inquilini lancia una proposta sul 'Tavolo per Roma' del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e della sindaca Virginia Raggi. Il riferimento è al miliardo e 600 milioni di euro, di cui 1,2 miliardi di "risorse individuate", messi sul piatto per il rilancio della Capitale. Da una parte l'estremo disagio abitativo dei romani. Dall'altra, "una stima realistica di circa 500 interi stabili abbandonati, oltre a 80 mila appartamenti immediatamente utilizzabili frutto di una speculazione incontrollata" spiega Guido Lanciano, segretario romano del sindacato. Così la proposta: "Proprio perché riteniamo che le politiche abitative sono una infrastruttura sociale necessaria" continua Massimo Pasquini, segretario nazionale "chiediamo che il tema delle politiche abitative possa entrare con pieno diritto e a pieno titolo perché non è solo una risposta ad un diritto delle persone ma rappresenta la possibilità concreta, attraverso un vasto piano di recupero e riuso degli immobili inutilizzati, di creare opportunità lavorative per imprese e per chi oggi è alla ricerca di occupazione". 

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