Dai rom ai migranti, le ruspe si lasciano alle spalle l'esodo degli "invisibili" e cumuli di macerie
Dopo lo sgombero della baraccopoli del Foro Italico e dei letti di transitanti e senzatetto in viale del Pretoriano decine di persone disperse in strada. Il Municipio II: "Crisi umanitaria e ambientale"
Dai rom del campo Foro Italico ai migranti di viale Pretoriano: le ruspe del Campidoglio si lasciano alle spalle l’esodo dei disperati e cumuli di macerie. Nell’area che per quasi trent’anni ha ospitato la baraccopoli “tollerata” lungo la Tangenziale, ad un mese e mezzo dallo sgombero, giacciono ancora moduli abitativi distrutti, baracche in pezzi, bagni chimici e suppellettili abbandonati.
L'esodo dei rom del Foro Italico
Una coppia di anziani, ex occupanti del campo, dorme su una brandina appena fuori quello che era il loro accampamento. Dei 129 abitanti censiti a giugno, durante lo sgombero di agosto solo 12 le persone presenti prese in carico dalla sala operativa sociale del Comune e trasferite in alloggi ai Parioli e a Ostia. Oltre 100 dunque quelle “sparite” nel nulla, ospiti altrove o finiti negli insediamenti abusivi che popolano le sponde dell’Aniene, i margini del Parco delle Valli e gli anfratti di Villa Ada.
Lo sgombero di migranti e italiani di viale Pretoriano
Irrisolto il nodo dell’accoglienza anche per transitanti e senzatetto di viale Pretoriano i cui letti sono stati spazzati via dal blitz dello scorso 14 settembre: dodici migranti, ma anche cinque italiani, identificati e portati in via Patini per avviare le pratiche anticovid e poi tornati “invisibili”.
"Dopo i recenti sgomberi di Via del Foro Italico e di Viale Pretoriano, Roma Capitale si eclissa e lascia centinaia di persone senza meta, senza sostegno e senza assistenza" - hanno scritto in una nota la presidente del Municipio II, Francesca Del Bello, l'Assessore all'Ambiente Rosario Fabiano e l'Assessore alle Politiche Sociali Carla Fermariello.
“La Sindaca Raggi, dopo aver fatto propaganda sulla pelle dei più deboli, non si preoccupa neppure di individuare luoghi di accoglienza adeguati all'emergenza sociale che ha creato e si disinteressa completamente dei luoghi sgomberati, trasformati in discariche a cielo aperto, alla mercé di roghi tossici e nuovi insediamenti".
"La Sindaca - accusano dal Trieste Salario - ha di fatto aperto a Roma una crisi umanitaria e una crisi ambientale, che mostrano i loro effetti devastanti ogni giorno sul nostro territorio”. Da San Lorenzo al Villaggio Olimpico, passando per il quartiere Africano e una parte del Trieste segnalano roghi tossici e baraccopoli diffuse: “È vergognoso ed inammissibile che una Sindaca ed una intera Giunta Capitolina siano così indifferenti a chi vive in condizioni di povertà estrema abbandonando i territori, e le persone che li vivono, senza risorse e senza risposte. Chiediamo un atto di responsabilità e un risposta vera ai problemi della città. Basta sgomberi senza soluzioni alloggiative alternative. Basta propaganda sulla pelle dei più deboli. Basta scempi nella nostra città".