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Sgomberi illegittimi, il Tribunale dà torto a Roma Capitale: vincono i centri sociali

Giudicati illegittimi gli sgomberi ordinati contro gli spazi sociali che gestivano locali di proprietà di Roma Capitale. Fassina: "Serve un nuovo regolamento comunale"

Arrivano le prime sentenze del Tribunale sugli sgomberi che, dal 2016, sono scattati nei confronti di alcuni spazi sociali e culturali. In via del Tritone, le associazioni che si erano opposte al provvedimento, hanno organizzato una conferenza stampa per rivendicare il risultato raggiunto. 

La conferenza stampa

"C'e' stato un tentativo di sgombero nel 2016 ma siamo riusciti a bloccarlo. Eravamo tutti increduli per la sproporzione delle forze messe in campo: il centro Auro e Marco – ha raccontato un attivista del centro sociale – dal 1992 è un presidio di cultura e conoscenza.  Il Comune ci ha fatto causa con una richiesta di 6 milioni di euro conteggiati dal 1997” ha ricordato il militante che ha ribadito anche un altro aspetto.  “Dopo l'occupazione abbiamo ottenuto la preassegnazione, che però non si è mai formalizzata in una assegnazione definitiva". La preassegnazione, come in centinaia di altri casi sparsi per la città, era arrivata con un’ordinanza del Sindaco Rutelli. Scaduto il provvedimento, i beneficiari erano rimasti nel centro sociale.

Gli sgomberi illegittimi

Auro e Marco canta vittoria: “Oggi la giustizia dice che avevamo ragione noi, e noi continueremo a stare lì. È un patrimonio pubblico che sta lì da generazioni". Il caso del centro sociale di Spinaceto non è isolato. “Quello è un edificio che è stato ristrutturato a spese degli assegnatari e il giudice ha dichiarato che non è parte del patrimonio indisponibile e quindi non può essere riacquisito in autotutela. Non tutti gli sgomberi sono legali: in questo caso lo sgombero è e sarebbe totalmente illegittimo" ha dichiarato Giuseppe Libutti, il legale che sta seguendo la vicenda di diversi spazi sociali e culturali, colpiti dagli effetti della delibera 140/2015.

Le vittorie delle associazioni

Ci sono realtà che, prima del centro sociale di Spinaceto, avevano ottenuto vittorie significative. "A  Centocelle c'e' un altro precedente positivo, vinsero per le stesse ragioni di Auro Marco nel 2017, e così anche un'associazione di Spinaceto. Solo io ho incardinato 5-6 giudizi. Tra questi – ha ribadito l’avvocato Libutti – si sono già conclusi, in autotutela, quelli della Dinamo Centocelle e della palestra popolare di San Lorenzo .In autotutela perche' non è stato emanato un procedimento di acquisizione. Tutti gli altri giudizi  invece sono in fase processuale".

Serve un regolamento comunale

Le prime vittorie delle associazioni sul pugno di ferro che è seguito alla firma della delibera 140, sono state raccolte nel corso della conferenza stampa. “Bisogna archiviare la delibera 140/2015 di Marino che metteva questi immobili in valorizzazione e nel piano di rientro – ha sottolineato il consigliere Stefano Fassina (Sinistra x Roma), durante al conferenza stampa indetta in via del Tritone -  la stessa Raggi ne aveva promesso il superamento in campagna elettorale ma questo regolamento non è mai arrivato".

Cos'è la delibera 140

Nell'aprile 2015  la Giunta Capitolina, con un'apposita delibera, ha tentato di definire le “linee guida per il riordino del patrimonio indisponibile in concessione". Lo strumento, che ha finito per interessare circa 860 beni, puntava a rivedere il vecchio regolamento delle concessioni. In sostanza le assegnazioni degli immobili di proprietà comunale, in gran parte fatte durante l’amministrazione Rutelli, erano scadute. L'amministrazione Marino puntava quindi a riprendersi quegli spazi, facendo pagare agli ex concessionari, nel frattempo divenuti "abusivi",  anche un conto salato. Prima di lasciare i locali del comune, ai vecchi assegnatari, è stato chiesto di versare gli affitti arretrati. Senza la possibilità di ricorrere a tariffe agevolate. Un salasso contro la cui liceità, già nel 2017, si è espressa la Corte dei Conti.

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