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Sfratti, ex autore tv in sciopero della fame: "Invalido e con la pensione pignorata"

Giornalista, autore e regista di programmi Rai per 30 anni. Dal 2012 ha perso il lavoro e da circa un anno e mezzo è sotto sfratto. A maggio la sua pensione di invalidità da 290 euro al mese è stata bloccata dal tribunale

Ha deciso di rimanere in strada giorno e notte per denunciare a tutti la sua situazione: “Senza casa, pensione pignorata”. È la storia di Gianfranco Gatta, ex regista della Rai, che dopo aver perso il lavoro non è più riuscito a pagare l'affitto dell'appartamento di via dei giornalisti alla Camilluccia, di proprietà dell'ente previdenziale Inpgi, in cui vive praticamente da sempre. “Sono cinquant'anni che io e la mia famiglia stiamo in quella casa. Oggi ci vivo con mio fratello e dovremmo pagare 980 euro”.

Ma non è contro lo sfratto, indetto ormai circa un anno e mezzo fa, il motivo per cui Gatta ha iniziato lo sciopero della fame rimanendo seduto in strada su una sedia: “Pochi giorni fa mi sono accorto che il mio conto è stato bloccato con un'ingiunzione del tribunale” ha spiegato. “Sono andato a fare la spesa e la mia carta risultava bloccata. Così ho scoperto che l'avvocato dell'immobiliare che gestisce il patrimonio dell'ente ha chiesto, e ottenuto, il pignoramento del mio conto” ha spiegato a Romatoday.

Gianfranco Gatta, 57 anni anni, ha lavorato come regista e autore di programmi Rai per trent'anni e nel settembre del 2012 ha perso il lavoro. Ha avuto diversi problemi di salute, tra cui un trapianto di fegato, che lo hanno reso invalido al 100 al cento per cento. “E' dal maggio del 2014 che vivo solo con la pensione di invalidità di 290 euro. Con questa devo sopravvivere: devo fare la spesa e assicurarmi di poter comprare tutti i farmaci salvavita che mi servono per andare avanti” racconta. “E' l'unica entrata che ho. E ora mi stanno sottraendo anche questa”. 

Per Gatta però non si tratta solo dei soldi pignorati. “Sono malato ma il mio lavoro è quello di scrivere, e ci riesco. Ogni giorno scrivo su un blog, sono anche impegnato nella stesura di un libro” racconta. “Il pignoramento del conto corrente blocca qualsiasi possibilità di essere pagato per un lavoro. Nessuno ti versa i soldi sul conto dell'ex moglie. Nessuna azienda ti fa un contratto in queste condizioni”. Così la protesta: “Ho deciso di rimanere in strada a oltranza per denunciare la situazione in cui mi trovo. L'altra sera mi hanno convinto a mezzanotte inoltrata a rientrare a casa e la mattina seguente alle cinque avevo già ripreso la mia postazione. Sono distrutto. E' tanto tempo che, a causa della malattia, esco di casa solo per andare a fare la spesa o per comprare il giornale. Una giornata intera in queste condizioni mi ha distrutto”. Ma è deciso ad andare avanti.

Proprio questa settimana ha scoperto di essere stato inserito nella lista degli aventi diritto alla morosità incolpevole. “Una bella notizia per me anche se non rientro tra i 25 nuclei familiari che hanno diritto a un contributo” commenta. Lo ha scoperto il sindacato Unione Inquilini: “Solo pochi giorni fa abbiamo potuto verificare che il signor Gatta è all'85esimo posto in graduatoria mentre il Comune ha riconosciuto solo 25 domande” denuncia il sindacalista Renato Rizzo. “Si stima che in tutta Roma ci siano tra le 2500 e le 3000 morosità incolpevoli mentre solo 250 hanno avanzato richiesta. Di queste inoltre solo 25 otterranno il finanziamento” continua. “Il signor Gatta ha fatto la richiesta di contributo all'affitto per morosità incolpevole e di accompagnamento sociale come previsto dalla legge 124/2013, articolo 6 comma 5,ma dall'assessorato alla casa finora è giunto solo un silenzio assordante, nessun aiuto e nessuna risposta. Solo giovedì siamo riusciti a ottenere delle informazioni”.

Scrive l'Unione Inquilini in una nota: “L'Unione Inquilini esprime la propria solidarietà al Signor Gatta, e sostiene la sua lotta di inquilino moroso incolpevole che vede attaccato il diritto alla casa da un ente che non ha tenuto in alcun conto della situazione del Signor Gatta e che si è trincerato dietro l'atto 'formale' di chiedere lo sfratto” denuncia Rizzo. “Nessun atto è stato attivato nei confronti del comune affinché gli fosse assicurato un passaggio da casa a casa. Non perché fosse tenuto a farlo istituzionalmente ma come atto di rispetto nei confronti di un suo inquilino in accertato stato di disagio economico”.

Intanto, tra meno di un mese, il 18 giugno, è in programma la prossima visita dell'ufficiale giudiziario. “Quel giorno ci potrebbe essere anche la forza pubblica” denuncia il sindacato. “Chiediamo all'Inpgi di sospendere l'esecuzione dello sfratto e all'assessore alla Casa Danese di intervenire immediatamente e verificare, l'iter di riconoscimento dello status di morosità incolpevole e procedere alle forme di accompagnamento sociale previste dalla normativa vigente” conclude Unione Inquilini che invita tutti a portare solidarietà al giornalista al suo presidio di via dei giornalisti. 

"Conosco la situazione ma è chiaro che non ci sono nostre iniziative. Quando ci sono casi come questi ci rivolgiamo a un tribunale e facciamo quello che decide il giudice" il commento, riportato da La Repubblica, di Francesco Imbimbo, responsabile del servizio immobiliare dell'Inpgi.

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