Sfratto congelato per una donna con due figli, a sostenere la sospensione anche l'Onu
A sostenere la donna un gruppo di attivisti per la casa che ha tenuto una conferenza stampa davanti alla sede del Tribunale civile di Roma. Questo lo striscione: "Onu: sfratti e sgomberi sono una violazione dei diritti umani"
“Onu: sfratti e sgomberi sono una violazione dei diritti umani”. Con questo striscione, questa mattina, un gruppo di attivisti per la casa ha annunciato davanti all’ingresso del Tribunale civile di Roma l’esito della mobilitazione contro lo sgombero di una donna e dei suoi due figli, una dei quali minorenne. Il giudice per l’esecuzione ha accolto la richiesta di sospensione dello sfratto, previsto per il 30 giugno prossimo, tenendo conto della comunicazione emessa il 27 maggio dall'Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni unite che aveva chiesto allo Stato italiano di congelare l’esecuzione o di provvedere a un’alternativa alloggiativa considerando le difficoltà economiche della donna.
La storia è quella di Yoidanis che abita da alcuni anni a Tor Pignattara, all’interno di un piano di zona, quindi realizzato in parte con finanziamenti pubblici e soggetto alle norme dell’edilizia agevolata. Dopo aver perso il lavoro Yoidanis ha smesso di pagare l’affitto e il proprietario ha ottenuto dal giudice il rilascio dell’immobile. Non essendo uno sfratto, in quanto Yoidanis non aveva un contratto, ma uno sgombero, la donna e i suoi due figli hanno affrontato più volte l’accesso dell’ufficiale giudiziario anche nei mesi in cui, a causa della pandemia, gli sfratti erano sospesi.
“In base al ricorso presentato da Yoidanis e alla raccomandazione espressa dal funzionario dell’Onu, abbiamo ottenuto dal giudice la sospensione dell’esecuzione per otto mesi”, ha spiegato l’avvocata Claudia Pellegrino. “Il 24 novembre 2021 ci sarà l’udienza per discutere se sussistono ancora i motivi urgenti che hanno indotto alla richiesta di sospensione”. L’avvocata ha spiegato inoltre di aver consegnato presso la sede dei funzionari Unep, all’interno della quale operano gli ufficiali giudiziari, “l’opposizione avanzata e il provvedimento di sospensione del giudice dell’esecuzione”. Quindi “il 30 giugno l’accesso dell’ufficiale giudiziario non ci sarà”.
Ad aspettarla all’esterno un gruppo di attivisti della Campagna Rent Strike, che propone uno sciopero dell’affitto come strumento di pressione per l’abbassamento dei canoni, del Movimento per il diritto all’abitare, di Asia Usb e di Cambiare Rotta. “La compiacenza delle istituzioni con questi crimini contro il diritto alla casa ci ha obbligato a ricorrere all'Alto Commissariato Onu per i diritti umani”, hanno scritto le realtà in una nota. “Ma migliaia di altre persone nella sola città di Roma sono nella stessa situazione dentro la valanga di sfratti, sgomberi e pignoramenti che si preannuncia nei prossimi mesi. Esigiamo un cambiamento legislativo profondo che tuteli il diritto di tutte le persone ad avere una casa dignitosa, che obblighi i grandi proprietari a rimettere sul mercato le migliaia di immobili lasciati vuoti per speculare e che controlli il prezzo degli affitti per impedire l'arricchimento di pochi sulle spalle di un bene fondamentale come la casa”.
La notizia è arrivata a pochi giorni dal 30 giugno 2021, quando cesserà il blocco degli sfratti che solo a Roma, si stima, investirà 15mila famiglie in difficoltà con il pagamento dell’affitto. La conferenza stampa è stata anche occasione per rilanciare la manifestazione indetta per sabato 26 giugno. “Proprio domani si terrà la manifestazione che da piazza Indipendenza (appuntamento ore 15, ndr) ci poterà a protestare sotto le finestre del ministero delle Infrastrutture per affermare ancora una volta che la casa è una questione primaria”.