Emergenza abitativa, Paoluzzi (Unione Inquilini): "Urgente la graduazione degli sfratti"
"Con lo sblocco dei licenziamenti sarà evidente che una grande città del G7 come Roma non sa tutelare i suoi cittadini", spiega la rappresentante sindacale.
"La scorsa settimana è stata pubblicata la nuova gratuatoria per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica. Ci sono 3896 famiglie in graduatoria, a fronte di 300 assegnazioni l'anno. Capisce anche lei che con questi numeri la situazione non può migliorare": a parlare al telefono con Roma Today è Silvia Paoluzzi, segretaria dell'Unione Inquilini di Roma. Negli scorsi giorni i sindacati dell'abitare hanno diffuso una nota in cui chiedevano al prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, di attuare quanto dichiarato dalla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese alla Camera: "Una cabina di regia per la graduazione degli sfratti, una misura presa sfortunatamente in ben poche città e Roma è fra queste. Abbiamo già incontrato i rappresentanti della prefettura e finora i risultati sono insufficienti".
"A Roma il problema abitativo è un problema strutturale, ciò è noto e sarà sempre più evidente quando si abbatterà sulla città lo sblocco dei licenziamenti. Il modello dell'occupazione di viale del Caravaggio è quello da seguire, ma il patrimonio residenziale pubblico è troppo poco e quindi non è facile far passare gli inquilini di casa in casa. Se oggi una famiglia viene sfrattata non c'è alcuna rete di protezione; si tenta di attivare la Sala operativa sociale del comune che fa il suo lavoro, ma per i problemi di spazio che esistono verranno tutelati probabilmente le mamme con i minori e i papà dormiranno in automobile, se ce l'hanno. La grande assente, oggi come ieri, è la disponibilità di alloggi pubblici e case popolari".
Per affrontare la situazione, spiega la sindacalista, servono politiche decise e urgenti: "Occorre immediatamente la mappatura del patrimonio in disponibilità del Comune di Roma e un piano per la riconversione a fine abitativo. Poi parlare di espropri non dovrebbe essere un tabù. A Roma si tengono ormai permanentemente degli edifici in abbandono che sono i buchi neri della città: è uno schiaffo agli abitanti della capitale. In questi luoghi fra l'altro accade di tutto, la criminalità si organizza proprio dove non c'è sicurezza sociale. Le occupazioni abitative vengono criticate e noi siamo i primi a pensare che il circuito della legalità dovrebbe prevalere; ma in queste condizioni", conclude, "le occupazioni hanno motivo di esistere. C'è un tema di necessità immediata, persone che non sanno dove dormire la notte".