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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Centri culturali sotto sfratto: "Noi pronti alla resistenza". Sit in al Celio Azzurro

Ieri pomeriggio la protesta all'asilo interculturale. E l'assemblea in I municipio delle realtà colpite dalla delibera 140: "Il 10 marzo tutti in piazza"

Realtà sociali e culturali che il territorio non può permettersi di perdere. Tutte unite per dire stop alle lettere di sfratto che su impulso della Corte dei Conti stanno arrivando a pioggia a chi ha avuto in concessione spazi del Comune di Roma. Senza esclusione di colpi. A finire sotto la scure della delibera 140, il provvedimento dell'ex giunta Marino per il riordino del patrimonio immobiliare capitolino, ci sono realtà commerciali, spazi urtilizzati da movimenti politici, partiti, ma anche onlus, teatri, scuole, centri per disabili. 

Nel I municipio 39 fiori all'occhiello del tessuto socio-culturale del territorio si sono dati appuntamento ieri pomeriggio nella sede del parlamentino di via della Greca. Presenti la minisindaca Sabrina Alfonsi, l'assessore al Sociale, Emiliano Monteverde, i consiglieri di maggioranza. Per il 10 marzo si prepara la resistenza con una protesta sotto il Campidoglio. 

"L'effetto sicuro di questa ondata di comunicazioni che rischia di mettere definitivamente in ginocchio la vasta rete degli operatori che lavorano a fianco dell'Amministrazione nei settori del sociale e della cultura, sarà quello di provocare l'ulteriore impoverimento di una città già devastata dalle conseguenze della crisi e dei tagli alle risorse" commenta Alfonsi. "Per questo siamo convinti che una soluzione debba essere trovata al più presto, e deve essere una soluzione politica, non ci si può affidare soltanto alla burocrazia". E la soluzione prospettata dalla giunta Raggi non convince. 

La delibera correttiva del 22 febbraio introduce il nuovo indirizzo politico: nell'elenco degli sgomberi vanno riviste le priorità di intervento, con precedenza a quelli utilizzati da movimenti e partiti politici o da organismi che svolgono attività puramente commerciali. Nella pratica però i giudici contabili continuano a lavorare e lettere e ingiunzioni ad arrivare senza alcun distinguo. Sono poi da capire i criteri di valutazione dei singoli casi. "Deve essere fatta chiarezza sulle modalità di verifica delle singole posizioni, che potrebbe risultare scarsamente trasparente se non vengono fissati - in via prioritaria - criteri generali e modalità operative univoche che valgano per tutti" conclude Alfonsi. 

IL CASO DEL CELIO AZZURRO - E intanto c'è chi si porta avanti. Nel pomeriggio centinaio di persone hanno manifestato sulla salita di San Gregorio al Celio. Mamme, maestre, bambini del Celio Azzurro, una delle realtà sotto sfratto che il 7 febbraio, come raccontato da RomaToday, ha ricevuto la sua ingiunzione di pagamento: 242.585 euro di arretrati (la differenza fra gli affitti pagati a canone calmierato e quelli a prezzo di mercato) con invito a liberare i locali. Tanti i politici dem presenti accanto ai manifestanti. Da l'ex assessore della giunta Paolo Masini, al consigliere Orlando Corsetti, al parlamentare Stefano Fassina. Ad appoggiare la causa anche il cantante Niccolò Fabi. 

"Grazie a tutte le persone che credono in noi e che ci hanno sostenuto nell'ennesima battaglia di libertà" ha commentato Massimo Guidotti, il fondatore con don Luigi Di Liegro dell'asilo interculturale che vanta 27 anni di esperienza e servizi resi ai cittadini. E' aperto dal 1 giugno del 1990. Tanti adulti di oggi ricordano col sorriso gli anni passati in quelle classi. Come Kwanza Musi Dos Santos: "Celio Azzurro è la scuola in cui sono cresciuta. Nella mia classe su 15 bambini, 13 erano di origine straniera.  E sì, abbiamo imparato perfettamente la lingua italiana. E sì, abbiamo appreso facilmente la cultura e la bellezza dell'Italia. E no, non è un ghetto. E sì, ci sono ancora gli stessi maestri di 20 anni fa, con la stessa passione. E sì, siamo ancora qui".

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