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Sfratti, sempre peggio per la Capitale: nel 2014 emesse 22 sentenze al giorno

Se il 2013 le nuove sentenze erano aumentate rispetto al 2012, nel 2014 il trend non si inverte. I numeri presentati dal Ministero dell'Interno sono da allarme rosso

Non si arresta il peggioramento delle condizioni abitative dei romani. Lo dicono i dati pubblicati dall'Agenzia di Statistica del Ministero dell'Interno sull'andamento degli sfratti in Italia nel 2014. Numeri, diffusi dal sindacato Unione Inquilini, che fotografano un'emorragia da allarme rosso: per ogni giorno lavorativo ci sono stati 13 sfratti eseguiti con la forza pubblica, 47 accessi da parte dell'ufficiale giudiziario, 38 nuove sentenze di sfratto. "Non si può rimanere indifferenti di fronte all’ennesima dimostrazione della acuta sofferenza abitativa che investe la città come uno tsunami inarrestabile" ha dichiarato Guido Lanciano, segretario romano di Unione Inquilini.     

E se la situazione nel 2013 aveva già raggiunto soglie critiche superando la quota delle 8 mila nuove sentenze di sfratto, nel 2014 il dato lievita ulteriormente: 8264. Spiega ancora il sindacato. Le richieste di esecuzione con l’Ufficiale Giudiziario sono giunte a 10.263 (+28,67% rispetto al 2013) e le esecuzioni forzate con la forza pubblica sono state 2.726 (con un incremento di quasi il 5% rispetto all’anno scorso). Cresce anche la percetuale della morosità che passa dall’86% del totale delle sentenze emesse nel 2013 al 90% nel 2014.

La situazione della Capitale è critica se confrontata a quella della media nazionale. Quest'ultima è di uno sfratto ogni 334 famiglie residenti, mentre Roma si attesta a una sentenza ogni 240 famiglie residenti (si tratta dell’insieme delle famiglie residenti, comprese quelle che hanno la proprietà dell’alloggio). "Questi numeri, già di per sé drammatici, sono ulteriormente sottostimati in quanto il medesimo Ufficio di Statistica afferma che i dati romani relativi al 2014 sono ancora incompleti" continua Lanciano.

"Come se non bastasse, il prossimo 28 giugno scade la cosiddetta miniproroga degli sfratti per finita locazione che ha in Roma una delle città maggiormente coinvolte" spiega il sindacalista. "Roma si presenta, pertanto, alle soglie del Giubileo straordinario, dedicato da Papa Francesco alla carità, come una delle città italiane più crudeli nei confronti delle fasce più in difficoltà per la crisi economica e sociale. Occorre un presa di responsabilità da parte del governo nazionale, di quello regionale e del comune e, assieme a questi, da parte della Prefettura".

Unione Inquilini propone alcune soluzioni: "E’ possibile intervenire con provvedimenti di differimento nei confronti della morosità incolpevole, con misure per istituire commissioni di graduazione ai fini di consentire gli sfratti solo con il passaggio da casa a casa per i nuclei familiari che hanno diritto a una casa popolare". Infine serve "superare la vecchia logica che riduce la sofferenza abitativa ad emergenza, fonte come visto di corruzione e malaffare, per intervenire sui nodi strutturali: l’Unione Inquilini chiede alla Giunta Comunale un piano per l’aumento delle case popolari, anche attraverso il recupero e riuso ai fini della residenza sociale dell’enorme patrimonio immobiliare in disuso o in dismissione, a partire da quello pubblico e dal demanio militare e civile”.

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