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Regione, centrodestra diviso sulla sfiducia a Zingaretti: "Poche firme, irricevibile"

Raccolte solo 3 firme su 10

Sfiducia irricevibile. Il tentativo del centrodestra in regione di roversciare sul nascere il governo 'senza maggioranza' di Nicola Zingaretti si è arenato per mancanza di adesioni. La mozione firmata dal gruppo di Fratelli d'Italia non ha raggiunto il numero di firme necessario. Ne sarebbero servite 10, pari a un quinto dei membri del consiglio, ne sono state raccolte solo 3, quelle dei componenti di Fratelli d'Italia: il capogruppo Fabrizio Ghera e i consiglieri Giancarlo Righini e Chiara Colosimo. Il presidente del consiglio regionale, Daniele Leodori, nel corso della seduta dedicata alle repliche dei consiglieri alle linee programmatiche del governatore, ha comunicato all'Aula l'impossibilità di accettare la mozione. 

Di fronte alla possibilità di chiedere all'Aula di votare per fermare l'esperienza di Zingaretti sul nascere, il centrodestra si è mostrato diviso. Il capogruppo della Lega al Consiglio regionale del Lazio, Orlando Angelo Tripodi lo ha motivato così: "Personalmente non ci è stata comunicata la presentazione della mozione di sfiducia. Dopo la seduta del Consiglio regionale di oggi, mi sono chiarito con Ghera, al quale ho ribadito che qualsiasi azione andrebbe fatta congiuntamente e, mi riferisco, alla stesura". 

Per i consiglieri di Fdi "l'attuale situazione vede la Regione in uno stato di ingovernabilità, manca una maggioranza e scarseggiano i contenuti e così è evidente che non si va da nessuna parte" le parole dei tre consiglieri Fdi. "Certamente, non ci sottraiamo al confronto con i cittadini e su tutti quei temi che rappresentano le vere emergenze da fronteggiare. E ancora: "Faremo un'opposizione costruttiva e di merito, intransigente e senza sconti". 

Intanto Zingaretti in Aula ha parlato di "maggioranza variabile". Ha spiegato: "Penso che non ci sarà quasi mai l'unanimità" ha affermato. "Sul tema dei rifiuti ci sono delle assonanze con alcune parti dell'Aula, su altri temi con altre. Però, anche qui mi permetto di dire che c'è uno scoglio politico, quasi psicologico. Non banalizzo questo tema. Portiamolo qua dentro. Tutti abbiamo un problema e il problema è che siamo stati tutti eletti sulla base di un programma e di un mandato e ci troviamo in una situazione nella quale dobbiamo trovare un punto di compromesso da spiegare ai nostri legittimi elettori". La conclusione di Zingaretti: "Dobbiamo trovare la formula affinché sia chiaro che dobbiamo superare una fase per cui ogni convergenza è un inciucio e ogni contrapposizione è una medaglia".

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