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Coronavirus, la crisi nel settore edile: "A Roma chiesta cassa integrazione per oltre 13mila lavoratori"

I numeri di Filca Cisl di Roma e del Lazio: "Attenzione a quanti continuano a lavorare"

Oltre 3500 aziende della regione che operano nel settore edile hanno avanzato richiesta di cassa integrazione. Oltre 20mila i lavoratori coinvolti. 13mila solo a Roma. Con il 60 per cento dei cantieri fermi. Sono solo alcuni dei numeri che fotografano la crisi economica nel mondo delle costruzioni seguita all'emergenza sanitaria dovuta all'epidemia di Coronavirus diffusi dai segretari generali di Filca Cisl di Roma e del Lazio, rispettivamente Nicola Capobianco e Fabio Turco.

"Ad oggi nel Lazio le domande di cassa integrazione inviate da parte delle aziende iscritte alla Cassa Edile ed all’Edilcassa sono state 3.578 che interessano oltre 20mila lavoratori edili sui 36.672 iscritti", spiegano in una nota. Di questi "23mila a Roma, 5041 a Frosinone, 4141 a Latina,2271 a Rieti e 2219 a Viterbo". Le cifre, fanno sapere, sono in continuo aggiornamento "perché quotidianamente arrivano domande di imprese che aprono la procedura di cassa integrazione".

Il 60 per cento del settore è fermo. Continuano a lavorare gli operai impegnati nelle opere di pubblica utilità, impegnati in opere di manutenzioni ospedaliere". Numeri a parte per i sindacalisti "agli operai che stanno lavorando nei pochi cantieri attivi bisogna garantire la massima protezione, perché sulla loro sicurezza non tollereremo scorciatoie o distrazioni da parte delle imprese".

Altro timore riguarda "i piccoli cantieri privati, spesso poco visibili e dove la strutturazione organizzativa interna è alquanto improvvisata, nei quali si continua a lavorare, con forti dubbi da parte nostra sulla reale osservanze delle disposizioni di sicurezza previsti dalla normativa".

Per i lavoratori in cassa integrazione invece "chiediamo tempi brevissimi per l’erogazione delle somme. Fondamentale in questo senso l’accordo sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil con il sistema bancario Abi, che prevede l’anticipo degli importi di cassa integrazione. Ora attendiamo l’elenco degli istituti di credito che si convenzioneranno, sperando che il sistema delle banche risponda compatto. In questo momento complesso e delicato è necessario dare la certezza del reddito alle famiglie con  il ricorso alla cassa integrazione e nello stesso tempo dare il respiro economico alle aziende già duramente provate da dodici anni di crisi del settore".

Tutti i numeri della situazione romana

I due sindacalisti hanno poi avanzato un focus su Roma: 2500 richieste di cassa integrazione, 13mila lavoratori edili coinvolti pari al 60% di tutti i lavoratori iscritti nella cassa edile della Capitale. Le aziende iscritte invece sono 5100. Per quanto riguarda la filiera, invece, i settori del legno, dei laterizi e dei lapidei sono di fatto fermi, a eccezione dei cementifici, che sono operativi al 20%. "Oggi il nostro problema è capire la composizione di quel 40% escluso da ammortizzatori sociali. Gli edili impegnati nei cantieri ritenuti strategici, come quelli per la manutenzione di ospedali, reti di acqua e gas delle strade, non arrivano sicuramente a quella percentuale. Prendiamo atto che è davvero complicato riuscire a coniugare gli interessi delle aziende con quelle dei lavoratori, difficoltà ancora più evidenti nel settore edile che per le sue peculiarità va incontro a grossi ostacoli per l’applicazione dei protocolli sanitari, ma come Filca Cisl chiediamo con forza alle istituzioni un giro di vite drastico sui cantieri ancora in attività, che vanno immediatamente sospesi se non si è in grado di garantire la sicurezza dei lavoratori". 

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