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Sociale, dalla Regione 162 milioni per i distretti socio sanitari

Quasi un terzo delle somme a disposizione del sociale, serviranno per garantire i servizi essenziali. Ass. Visini: “Dal prossimo anno la programmazione avrà un respiro ancor più ampio”. Ecco quali sono le cifre dello stanziamento

Fondi per le residenze sanitarie assistenziali, per gli interventi di sostegno alle famiglie e per gli asili nido. Dalla disabilità ai progetti sociali, la Regione ha stanziato 162milioni di euro, per sostenere la spesa annuale dei servizi sociali.

Un terzo delle risorse disponibili per i distretti socio sanitari, sarà utilizzato per garantire i servizi essenziali. Si tratta di 55 milioni di cui una parte, 3,5 milioni, saranno vincolati per i piccoli Comune del Lazio.  I 55 milioni, tenendo contro delle risorse ancora presenti nelle casse dei distretti, porta alla cifra di 64,5 milioni. Questo è il massimale di spesa previsto per i servizi essenziali.

Le risorse sul piatto

Per restare sulle cifre,  è previsto che per finanziare gli interventi nel settore della disabilità ci siano 34,6 milioni, di cui 14,1 vincolati alle forme gravissime. A questi fondi si aggiungono i 9,1 del fondo nazionale per il cosiddetto “Dopo di noi”, di cui la Giunta ha recentemente approvato il piano di utilizzo. Per le residenze sanitarie assistenziali, la Regione mette a disposizione 37,5 milioni e per gli interventi a favore delle famiglie con minori, inclusa la rete dell’affido  dei minori, ci sono 18,5 milioni. Dieci e mezzo vanno invece per gli asili nido. Ottocentomila euro vanno infine per i Comuni impegnati nele rete Sprar dell’accoglienza ai migranti.

In attesa del Piano sociale triennale

“Continua il lavoro di rafforzamento della rete regionale dei servizi sociali. Con la nuova programmazione – ha fatto sapere l’assessore regionale alle Politiche Sociali Rita Visini - puntiamo ancora una volta da un lato al consolidamento dei servizi essenziali e dall'altro all'investimento sull'integrazione sociosanitaria e sull'innovazione sociale, come per esempio i progetti di deistituzionalizzazione e vita indipendente per le persone con disabilità o i centri famiglia. Dal prossimo anno – ha aggiunto sempre l’assessore-, dopo che il Consiglio regionale avrà definitivamente approvato il nuovo Piano sociale regionale triennale, la programmazione dei servizi potrà avere un respiro ancora più ampio”.
 

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