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Regolamento Oepac, sui fondi alle paritarie il comune fa un passo indietro e apre al finanziamento

Svolta dopo un incontro in Campidoglio tra il gabinetto del Sindaco, l'assessora Pratelli e le associazioni che gestiscono le scuole non statali

Sull'erogazione dei fondi per i servizi educativi a sostegno delle bambine e dei bambini con disabilità frequentanti le scuole paritarie, il dipartimento scolastico e il Campidoglio stesso fanno un passo indietro. Nonostante il nuovo regolamento, approvato il 22 aprile in assemblea capitolina, non preveda l'inclusione degli istituti paritari, la pressione fatta dalle associazioni di categoria e in particolare da Aninsei sembra aver sortito degli effetti. 

Le scuole paritarie contro il nuovo regolamento Oepac

Neanche una settimana dopo il voto in aula, RomaToday aveva raccontato i malumori dell'associazione nazionale scuole non statali, espressi dal presidente del comitato regionale Goffredo Sepiacci. L'intenzione, da parte dell'organizzazione che nel Lazio conta oltre 400 soci e il cui contratto di  viene applicato a circa 1 milione di lavoratori in tutta Italia, era quella di fare ricorso al Tar e al tribunale per i diritti dei disabili, impugnando il regolamento e di fatto mettendo un freno alla sua applicazione. Per Sepiacci l'aver escluso dal finanziamento le paritarie significava discriminare non tanto le associazioni, le srl e le cooperative che gestiscono le scuole private, ma soprattutto le famiglie. Costringendone molte a passare a istituti pubblici. 

L'incontro in Campidoglio con Ruberti e Pratelli

Il 4 maggio, però, c'è stato un incontro in Campidoglio tra il capo gabinetto del sindaco, Albino Ruberti, l'assessora alla scuola Claudia Pratelli e dieci realtà che gestiscono scuole paritarie a Roma e in Italia, tra le quali i Gesuiti e la stessa Aninsei. "In quell'occasione abbiamo percepito apertura da parte del comune - spiega a RomaToday Goffredo Sepiacci - perché sembra che Ruberti abbia compreso qual è il nodo della questione. Infatti la discriminazione che verrebbe avallata dal nuovo regolamento non va a colpire solo le scuole private paritarie, ma anche quelle paritarie comunali, perché anche gli enti locali sono gestori di scuole paritarie. Il nuovo regolamento potrebbe compromettere anche il servizio per loro, non percependo il finanziamento". 

"Se non cambia nulla faremo ricorso"

In ogni caso, per far capire l'urgenza del tema allo staff di Gualtieri e all'assessorato competente, le associazioni hanno ribadito che entro fine giugno, qualora non dovessero esserci atti ufficiali da parte del comune, il regolamento verrà impugnato: "Scaduti i 60 giorni previsti, da quando è stato pubblicato il regolamento - spiega ancora Sepiacci - in mancanza di certezze ci muoveremo di conseguenza. Per ora quello che è successo è che il dipartimento scolastico ha fatto sapere ai municipi di tenere in considerazione l'erogazione dei contributi anche per le scuole paritarie". La comunicazione è del 9 maggio, successiva quindi all'incontro con Ruberti e Pratelli. 

Il dietrofront del dipartimento

Il 27 aprile, però, una prima missiva aveva dato indicazioni contrarie alle direzioni socio-educative dei municipi. Facendo seguito alla richiesta di suddividere i territori in zone, individuando per ciascuna di esse le scuole di riferimento e di aggiornare il numero di disabili, il direttore precisava che "alla luce della deliberazione dell'assemblea capitolina con la quale è stato approvato il nuovo regolamento", i Municipi non avrebbero dovuto contemplare le scuole paritarie "quali destinatarie dirette del servizio, pertanto dovranno essere stralciate dal conteggio". 

"A Roma 1.000 studenti con disabilità nelle scuole non statali"

Un dietrofront che non è passato inosservato: "Possibile che il dipartimento scolastico non avesse altro a cui pensare che sbrigarsi a dire ai municipi di tenerci fuori?" si chiede Sepiacci, che aggiunge: "Forse avrebbero dovuto raccogliere prima le informazioni su quante scuole paritarie e non insistono sui territori - prosegue - e avere un conteggio preciso delle famiglie con bambine e bambini con disabilità che frequentano le scuole non statali e che hanno bisogno del servizio Oepac. Comunque questi dati glieli abbiamo forniti noi, a Roma sono circa 1.000. Non un numero assurdo, se ne sono resi conto anche dal comune". 

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