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La serrata delle discariche laziali scongiurata solo a metà

La serrata delle discariche del Lazio è stata scongiurata solo in parte: da oggi infatti rimane fermo il punto che per i comuni morosi e senza piano di rientro dei debiti niente raccolta dei rifiuti. Roma si salva in extremis

Insoddisfazione, lentezza della Regione per gli adeguamenti tariffari, sospensione del servizio di raccolta dei rifiuti per i Comuni morosi e che ancora non hanno concordato il piano di rientro dei debiti: queste in poche parole la posizione della Federlazio sui risultati dell'incontro di ieri in Regione tenutesi per cercare di evitare all'ultimo minuto la serrata delle discariche laziali.

Un tentativo riuscito solo per metà, sarà infatti una "serrata part-time" quella che interesserà le discariche regionali dove potranno conferire i loro rifiuti e soprattutto continuerà la raccolta dei rifiuti nei territori solo per i comuni che hanno in questi giorni concordato con la Federlazio un piano di rientro per saldare i conti e debiti in sospeso.

Lo stato di agitazione degli imprenditori dei rifiuti rimane "impregiudicato e permanente" fino al prossimo 11 luglio, data in cui la Federlazio si riunirà nuovamente in assemblea per fare il punto sulla situazione e sui provvedimenti presi dalla Regione per appianare i debiti qualora i comuni non prendano spontaneamente iniziativa.

Tra i comuni che possiamo definire "virtuosi" che hanno deciso di mettere mano al portafoglio c'è anche Roma che quindi si salverà dal rischio di trovarsi sommersa dai rifiuti come Napoli e continuerà ad usare Malagrotta visto che ancora non è stato trovato un sito alternativo, visto che l'ipotesi Pian dell'Olmo vede da un lato le proteste degli abitanti  e dell'amministrazione comunale di Riano, ma dall'altro sembra inadeguata visto le piccole dimensioni del sito prescelto.

Sono però ancora troppi i comuni che non hanno provveduto a colmare le morosità tra cui i maggiori della provincia di Roma tra cui Pomezia, già sommersa da una decina di giorni dai rifiuti per lo sciopero dei lavoratori delle ditte di smaltimento, Ardea, Mentana e Tivoli che si vedranno le porte delle discariche chiuse. Anche nelle altre province del Lazio molti si sono messi in regola.

Se la Presidente Polverini si mostra sicura sul fatto che verrà scongiurata ogni tipo di emergenza, non la pensano così gli ambientalisti dei Verdi che, con il loro segretario regionale Nando Bonessio, hanno aspramente criticato l'incontro in Regione con la Federlazio visto che sembra che ogni volta che ci sia il problema della scadenza della proroga di Malagrotta gli imprenditori del settore rifiuti protestino per poter poi continuare a usare gli stessi impianti e le stesse metodologie di smaltimento dei rifiuti: "La prova di ciò risiede in una serie di indizi come la straordinaria sincronia tra la protesta degli operatori e la questione di Malagrotta; la ormai famosa lettera del monopolista dei rifiuti laziali (Manlio Cerroni ndr) alle istituzioni; l'acquisto da parte di Ama di 14mila cassonetti per l'indifferenziata; la richiesta di deroga da parte del Comune di Roma sugli obiettivi della raccolta differenziata.Tutti questi fatti tracciano quello che sarà, secondo il centrodestra e le aziende ambientali, il futuro del Lazio: un futuro fatto di discariche e inceneritori. La minaccia della serrata quindi è agitata, secondo noi, non tanto per la questione degli arretrati quanto per richiedere una politica che valorizzi un business milionario fatto di inquinamento e lesioni alla salute dei cittadini. Sia chiaro che noi Verdi non abbiamo alcuna preclusione verso i privati, purché investano, come succede in molte altre parti d'Italia, le loro risorse nella innovazione tecnologica, trattamento meccanico a freddo, raccolta differenziata e riciclo dei materiali recuperati. A conferma di ciò ribadiamo la nostra proposta. Si metta a bando la gestione della differenziata a Roma, levandola all'Ama per manifesta incapacità nel gestirla".

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