Sepoltura feti, via i nomi delle madri: sulle lapidi ci saranno solo codici alfanumerici
Con una delibera di Giunta il Campidoglio è intervenuto per colmare un vuoto normativo. Guerrini (M5s): “Consentirà di garantire la massima tutela della privacy delle gestanti”. Sulle lapidi non saranno più riportati dati anagrafici
Niente riferimenti anagrafici sulle lapidi dei feti. La privacy delle donne che li hanno partoriti, sarà rispettata. Il Campidoglio ha deciso di intervenire su un tema che aveva suscitato un ampio dibattito.
A settembre una donna, attraverso i social network, aveva denunciato la violazione della propria privacy. In un’ala del cimitero di Prima Porta dedicata ai feti ed ai cosiddetti prodotti abortivi, aveva infatti rintracciato una croce sulla quale, senza che avesse autorizzato nessuno a farlo, erano riportati il suo nome e cognome. La scoperta aveva portato ad un duro scambio di responsabilità, tra l’Ama ed il polo ospedaliero dove era stata praticata l’interruzione di gravidanza. Un caso sul quale è intervenuto anche il garante per la privacy.
Il vuoto normativo
La vicenda è stata affrontata dall’amministrazione capitolina. Preso atto dell’esistenza di un vuoto normativo nel Regolamento di Polizia Mortuaria, la Giunta Raggi ha deciso di intervenire. Tale regolamento infatti, ha ricostruito la presidente della commissione Pari Opportunità Gemma Guerrini, “non specifica nulla circa le sepolture dei prodotti abortivi”.
Niente nomi senza il consenso
La questione è stata affrontata nel corso di una seduta di commissione congiunta, Pari opportunità ed Ambiente, che si è svolta il 25 novembre. “La delibera di Giunta , elaborata in collaborazione con Ama” ha spiegato Guerrini, prevede “l’istituzione di un’apposita sezione del registro cimiteriale” all’interno del quale sono riportati i dati relativi alla madre, collegati ad un codice alfanumerico. “Tali dati saranno secretati” ha sottolineato la consigliere pentastellata. In sostanza, sul cippo, sarà apposta una targhette di identificazione contenente soltanto il codice alfanumerico corrispondente al numero progressivo di registro cimiteriale. In tal modo la privacy delle donne, diversamente da quanto finora accaduto, sarà pienamente rispettata.
I provvedimenti del Campidoglio
Perchè il provvedimento divenga efficace, è necessario che sia calendarizzato, discusso e votato in Aula Giulio Cesare. Nel frattempo però, per anticipare sul tempo il ripetersi di casi come quello segnalato a settembre, Guerrini ha annunciato l’intenzione di presentare una mozione. Servirà, ha spiegato, “ad impedire nell’immediato l’ulteriore apposizione dei nomi delle gestanti non consenzienti sulle sepolture dei prodotti abortiti e a disporre la rimozione di quelli già apposti”.
Niente croci
C'è dell'altro. La donna che aveva denunciato la violazione della propria privacy, aveva anche contestato la scelta di ricorrere ad una croce per la lapide. La Mozione prende in carico anche questo aspetto, poichè prevede "l’eliminazione dei simboli religiosi, non confacenti - ha sottolineato Guerrini - al carattere laico dello Stato italiano". La segnalazione della cittadina ha quindi sortito un primo effetto. All’Aula Giulio Cesare il compito di approvare la delibera di giunta e la mozione che puntano a tutelare la privacy delle donne che non hanno potuto, per scelta o necessità, portare a termine la propria gravidanza.