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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Atac, secondo rapporto disciplinare a Quintavalle: "Non smetterò di dire la verità"

Partecipazione a programmi televisivi con la qualifica di autista Atac "senza alcuna autorizzazione", indossando la divisa e "rilasciando dichiarazioni lesive nei confronti di Atac Spa". Queste le motivazioni del secondo provvedimento aziendale

Lei continua imperterrita la sua battaglia, loro, i dirigenti aziendali, la inseguono a suon di provvedimenti disciplinari. Il secondo, dopo quello natalizio, l'ha ricevuto proprio oggi. Micaela Quintavalle, l'autista Atac leader del movimenti Cambia-menti 410 in lotta da mesi con azienda e sindacati, è stata nuovamente redarguita dai vertici della municipalizzata con le stesse identiche motivazioni riportate nella misura già emanata il 23 dicembre: partecipazione a programmi televisivi con la qualifica di autista Atac "senza aver richiesto alcuna autorizzazione", indossando la divisa aziendale e "rilasciando dichiarazioni lesive nei confronti di Atac Spa". 

Se a dicembre il riferimento era alla partecipazione di Quintavalle alla trasmissione Porta a Porta, stavolta vengono chiamati in causa altri talk show o simili, su RaiNews24 e TeleRoma56. Nel primo caso Quintavalle indossava effettivamente la divisa, come lei stessa ammette senza troppi problemi. "Era la giornata della manifestazione, non ho avuto la possibilità di cambiarmi perché Atac non ha spogliatoi".  Ma sul resto non ci sta e sembra accogliere il rimprovero aziendale come l'ennesima sfida.

"Queste persone non sanno più a cosa attaccarsi - ribatte la pasionaria di Cambia-menti 410 - da ora in avanti starò attentissima alla divisa, ma sulla qualificazione come autista Atac sbagliano, sono stata presentata come autista del trasporto pubblico locale, e sulle parole offensive che avrei usato non posso farci niente, sono la verità". Verità amare che Quintavalle non ha alcuna intenzione di ingoiare. 

"Se pensano che con questi giochetti non verbalizzerò più i soprusi che vedo tutti i giorni in azienda sbagliano. Mi accusano di aver parlato di illegalità? Lo posso sottoscrivere milioni di volte, perché è vero". E ancora: "Che mancano le pedane per disabili per gran parte della linea è realtà, così come lo è che l'azienda impone ai dipendenti l'infrazione del codice della strada. E comunque non sto dicendo niente che non si legga quotidianamente sui giornali e comprovata da documentazione". 

Intanto la paladina degli autoferrotranvieri rischia ancora una volta la sospensione. Il primo provvedimento gli ha imposto 10 giorni di allontanamento dal servizio, pena che ancora non ha scontato perché in attesa di responso da parte del Consiglio di Disciplina. Per il secondo rapporto la sanzione non è stata ancora comunicata.  

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