Roma Capitale, Robilotta: "Non risolve status, competenze e finanziamenti"
Donato Robilotta, presidente del Nuovo Psi del Lazio, afferma che il decreto su Roma Capitale non risolve "i tre nodi principali della Capitale"
“Non vorrei guastare la festa dei tanti entusiasti, sia della mia parte politica che non, ma a me il Decreto su Roma Capitale continua a non piacere, perché non risolve, e né poteva farlo, i tre nodi principali della Capitale: status competenze e finanziamenti". Lo dichiara in una nota Donato Robilotta, presidente del Nuovo Psi del Lazio.
“Nonostante la parola Capitale - continua Robilotta - Roma è e resta un Comune e continuerà ad essere governato con gli stessi strumenti di un Comune di mille abitanti. Ho sempre dichiarato che la legge statale era lo strumento sbagliato per affrontare la questione di Roma Capitale, come dimostrato dal fatto che solo alla fine ci si è accorti che lo Stato non può trasferire funzioni e compiti amministrativi delle materie di governo del territorio di competenza regionale e che fosse necessaria, invece, una modifica costituzionale. La legge statale avrebbe potuto almeno fare una cosa: definire i confini della Capitale, ma neanche questo ha fatto, per mediare tra la posizione di chi vuole una Capitale con gli attuali confini e chi vorrebbe una Città Metropolitana che potrebbe coinvolgere parte o tutto il territorio della Provincia di Roma".
"Questa indeterminatezza sui confini renderà oggettivamente complicato per la Regione il trasferimento delle sue funzioni, perché una cosa è trasferire funzioni a una Capitale con gli attuali confini del Comune di Roma e un’altra altra è farlo a un Ente che mette insieme Roma e la Provincia".