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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Scuole, gli assistenti educativi si mobilitano: annunciato sciopero e sit-in

Lo sciopero è stato indetto il 3 febbraio da CUB/USB

Venerdì 3 febbraio il servizio gli operatori del servizio educativo per l’autonomia e la comunicazione (Oepac) iscritti alle sigle CUB e USB entrano in sciopero.

Le ragioni dello sciopero

Il motivo per il quale entrano in agitazione questi lavoratori, impiegati nelle scuole romane dove sono presenti alunni e studenti con disabilità, è legato alle modalità con le quali sono contrattualizzati. Lo sciopero – si legge nella nota della CUB che ne motiva la proclamazione – è indetto per rivendicare la parità di trattamento economico e normativo” per quanti sono “addetti al servizio”. Inoltre si rivendica “il rispetto delle condizioni previste dal CCNL delle Cooperative sociali (retribuzioni, malattia, maggiorazione ore supplementari)”. 

Non ultimo viene chiesto di “riprendere le trattative per l’internalizzazione del servizio, in considerazione dell’importanza rivestita nel percorso di inclusione delle persone con disabilità”. Un’internalizzazione che era stata promessa dall’amministrazione Raggi, al punto da prevedere l’inserimento di 300 Oepac nel piano di assunzioni di Roma Capitale. Quel percorso però, con l’arrivo dell’attuale maggioranza, si è interrotto perché, la nuova consiliatura, ha preferito puntare su un nuovo regolamento che la scorsa estate, i sindacati di base e la UIL, hanno apertamente contestato.

La situazione degli operatori

Ma qual è la situazione che, gli operatori, stanno contestando? “Oggi i lavoratori Oepa sono contrattualizzati dalle cooperative accreditatesi al Comune con due diverse mansioni perché, per raggiungere un orario da part-time, spesso devono fare due lavori: da operatore e da assistente domiciliare” ha spiegato Germano Monti il portavoce romano degli Oepac. Il primo livello, inquadrato come D1, è pagato di più. “Però dopo sei mesi, la legge prevede che il lavoratore debba essere inquadrato unicamente al livello più alto, e questo non succede” ha sottolineato Monti. 

Non c’è solo il problema del doppio inquadramento. Come rilevato tra i motivi dello sciopero, viene chiesto il rispetto delle condizioni previste dal CCNL. “Oggi invece succede che spesso si venga assunti per 12 ore, ma poi si lavori il doppio o anche il triplo delle ore, senza che venga corrisposta la dovuta maggiorazione del 27%. E questo ha conseguenze anche sul TFR, sulle malattie e le ferie godute” ha fatto notare il portavoce romano. Non è un aspetto residuale perché, mediamente, gli Opeac quadagno cifre che “si aggirano sui 1000/1100 euro al mese, per nove mesi”. Poiché, durante la chiusura delle scuole, non percepiscono stipendio né altro genere di sussidi.

La protesta sotto l'assessorato

Ultima ragione dello sciopero, ma solo in ordine d’elencazione, è quella che riguarda l’internalizzazione. “Il sistema scelto dall’amministrazione non va bene. I controlli sulle cooperative che si sono accreditate non vengono fatti quasi mai. Noi queste cose volevamo segnalarle all’assessora Petrelli che però da tempo non ci riceve né ci risponde. Il 3 febbraio quindi ci presenteremo rumorosamente sotto il suo assessorato alle politiche scolastiche – ha dichiarato Monti – sperando che in questa occasione almeno ci ascolti”.
 

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