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Il lunedì caldo dei licei romani tra scioperi e sit in: "Lotta dura per una scuola sicura"

Giornata di mobilitazioni, assemblee, lezioni all'aperto fuori da scuola. Zingaretti: "Apertura in presenza porterà a un ulteriore aumento della curva"

"Se ci rubano il futuro, noi blocchiamo la città". Il più classico dei cori studenteschi ha risuonato davanti al Ministero della pubblica istruzione tra bandiere, megafoni e striscioni. Una mattinata di mobilitazione generale in tutta la città per gli studenti della Capitale. A scuola rientreranno - salvo sorprese - il 18 gennaio, con una settimana di posticipo rispetto a quanto precedentemente stabilito. Ma il rientro, è la richiesta, deve avvenire nella più totale sicurezza. Con un adeguato piano trasporti, uno screening di massa per il coronavirus, e orari adeguati alle esigenze degli alunni. 

A manifestare in viale Trastevere rappresentanze di decine di scuole romane. Cavour, Righi, Manara, Tasso, Morgagni. "Il futuro? In sicurezza e in presenza" si legge sul grande striscione posizionato sulla scalinata del ministero. I ragazzi e le ragazze rivendicano infatti investimenti strutturali sulla scuola e un impegno ufficiale da parte del governo per consentire al più presto il rientro a scuola in sicurezza. Sul posto è intervenuta la Polizia locale costretta a chiudere al traffico il viale, nel tratto compreso tra via Emilio Morosini e a viale Glorioso. Un'altra manifestazione organizzata dalla Rete degli studenti medi del Lazio si è tenuta sotto la Prefettura, rea di aver fissato i doppi orari d'ingresso, alle 8 e alle 10, mal digeriti sia dagli studenti che dai professori. 

In parallelo tante le lezioni che si sono tenute all'aperto e le scuole che hanno proclamato lo sciopero della Dad (didattica a distanza). I ragazzi del liceo Righi si sono riuniti a Villa Borghese per un'assemblea, davanti al Manara di è tenuta una lezione con il prof di filosofia, in 200 studenti in mattinata erano fuori dal Mamiani in viale delle Milizie.

Anche qui gli agenti hanno provveduto ad allertare immediatamente la questura e hanno proceduto alla chiusura della laterale nel tratto via giuseppe Ferrari-via Brofferio. Assemblee e confronti tra studenti fuori da scuola anche al liceo Socrate a Garbatella. Marco Damilano direttore de L'Espresso ha avviato una lezione davanti al liceo Cavour a pochi metri dal Colosseo. 

"Oggi la curva non si è arrestata. Anzi è in aumento. Deve essere chiaro che l'apertura in presenza delle scuole porterà ad un ulteriore aumento della curva ed è molto probabile che presto molte aree torneranno in zona rossa" ha commentato (in riferimento ai dati nazionali) il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti. "Quindi nuovi contagi, nuovi ricoveri, terapie intensive piene e aumento delle morti degli esseri umani. Non è un caso che hanno riaperto le Regioni con alle spalle mesi di dure chiusure con radicali misure di contenimento. Questo deve essere ben chiaro a tutti e a tutte, senza ipocrisie o silenzi". 

Così Zingaretti difende la decisione assunta per il Lazio di posticipare il rientro al 18 gennaio. "Anche i membri del Governo che intervengono senza offrire soluzioni non si rendono conto che in primo luogo danneggiano il Governo di cui fanno parte - aggiunge ancora - ricordo che i presidenti di Regione hanno, non il diritto, ma il dovere qualora la curva epidemiologica varia, di assumere decisioni a tutela della salute e della vita. Lo prevede la Costituzione ed è coerente anche con gli orientamenti finora adottati dal Governo". 

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