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Scuola, insegnanti e studenti in piazza contro la riapertura: "Misure in campo non garantiscono sicurezza"

Oggi il sit in a piazza Montecitorio. Dal piano trasporti assente ai doppi turni inapplicabili, ecco le ragioni della protesta. Studenti in protesta sotto il Miur

"Le scuole devono riaprire, ma le condizioni non ci sono e ci dispiace". Docenti, studenti e genitori romani si ritrovano in piazza. In protesta davanti a Montecitorio accusano il governo di non aver preparato la riapertura delle scuole superiori lasciando personale e ragazzi nel caos. 

Durante il sit-in, promosso dai presidenti dei Consigli di istituto e sigle sindacali degli insegnanti e studenti di Roma e Lazio, Gianpiero Carnevale, docente del liceo scientifico Primo Levi di Roma, spiega le ragioni della protesta all'agenzia di stampa Dire: "Ogni volta sentiamo dire che la scuola sta per riaprire, che riaprirà, ma i problemi non vengono assolutamente affrontati". 

È il nodo trasporti la questione più rilevante. Quanto messo in campo finora dagli enti locali non sarebbe sufficiente a garantire l'adeguamento distanziamento sociale e l'arrivo scaglionato degli studenti, così come previsto dalle regole varate in Prefettura. "Noi - sottolinea il professore - ribadiamo che vogliamo tornare alla didattica in presenza, non immaginiamo altre modalità, ma la scuola non è pronta ad affrontare i doppi turni, i ragazzi arriverebbero comunque alle 8 e poi resterebbe fuori dalla scuola in attesa del turno... il piano dei trasporti nessuno ce lo ha fatto vedere". Insomma, conclude Carnevale, "al momento ribadiamo che purtroppo non ci sono le condizioni per tornare a scuola". Si tratta, spiegano, di "nodi antichi che risalgono ai vari tagli di risorse, nodi che ora esplodono con la pandemia".

Gli appelli dei docenti

Sono tante le proteste del mondo della scuola e gli appelli arrivati in questi giorni alla redazione dai docenti romani. Rimandare l'apertura delle classi a quando si riuscirà a garantire un contesto davvero sicuro. L'ultimo appello è firmato dagli insegnanti dell'istituto secondario Federico Caffè. Il piano trasporti insufficiente, il piano vaccini che riguarderà le scuole solo fra mesi, gli orari scaglionati che non consentano un'organizzazione della didattica efficace, l'assenza di uno screening di massa anti Covid per gli studenti. Insomma, le ragioni per chiedere un freno al Governo ci sono e la scuola lo sta facendo da giorni. Nonostante le proteste però la riapertura, per il momento, è prevista per l'11 gennaio.  

Il sit in degli studenti 

In mattinata un altro sit in di studenti si è svolto sotto la sede del ministero dell'Istruzione in viale Trastevere. Vogliono tornare in classe e pretendono di poterlo fare in sicurezza. "Da ora in poi saremo qui più spesso. Stiamo brancolando nel buio e non vogliamo un rientro come il 14 settembre", urlano dal megafono. "Non esistono le condizioni materiali per tornare a scuola in sicurezza - dice Daniele Conti, studente del liceo 'Archimede' di Roma - le classi rimangono piccole, il trasporto insufficiente. Questa posticipazione del rientro rimane soltanto un altro spot elettorale sulla pelle degli studenti".

I ragazzi chiedono quindi un rientro in classe, accompagnato però da misure definite e maggiori investimenti per il settore scolastico. "Per noi la didattica a distanza non è una soluzione. La dad ha creato ancora più disparità educativa e dispersione scolastica - aggiunge Daniele - vogliamo tornare a fare veramente scuola in presenza e in sicurezza".

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