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Scuola, internet a singhiozzo ostacola la didattica a distanza: "A ogni classe serve la banda larga"

La denuncia di Azione Roma e i suggerimenti rivolti a Regione, Comune e ministero per migliorare la rete negli istituti superiori

La linea che cade continuamente, i fermo immagine, la scarsa qualità della trasmissione, o addirittura la difficoltà di inquadrare una lavagna nera con le scritte in bianco. La didattica a distanza è tra le misure chiave per frenare il contagio da coronavirus, ma non è una passeggiata. Con l'ultimo Dpcm (decreto della presidenza del consiglio dei ministri) del 3 novembre è stata fissata (per le cosiddette "zone gialle" come il Lazio) al 100 per cento per tutte le scuole superiori. Ma gli istituti scolastici romani, come più volte denunciato dagli stessi presidi, fanno fatica a organizzarla. Tra i tanti a sollevare la questione uno studio di Azione Roma. 

Il dato di partenza dovrebbe essere confortante: quasi tutte le scuole superiori romane hanno una copertura di connettività a banda larga o ultra larga (vedi il grafico subito sotto), ma non sembra bastare. La principale difficoltà è quella di mantenere ugualmente efficiente la connessione con tutte le aule in rete contemporaneamente. "In diverse scuole si sono attrezzati i genitori con saponetta e sim mobile dati, pagata per la loro classe, che almeno risolve il problema di connessione" spiega Flavia Di Gregorio, esponente romana di Azione e consigliera in I municipio. 

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La banda della rete internet andrebbe tarata sulle reali necessità di funzionamento del servizio. E se le offerte di connettività adeguate dalla gara Consip ci sono per la Pubblica amministrazione, non vanno bene per le scuole dati gli alti costi del servizio. Tocca rivolgersi, come già avviene, alle offerte commerciali al pubblico. Ma cambiando modello di riferimento. "La singola scuola non va considerata come un'unica entità con una unica connettività, ma va vista come un condominio, in cui le diverse classi (o gruppi di classi) sono gli appartamenti, e ogni appartamento ha bisogno di un suo collegamento in banda larga o ultra larga" è spiegato nello studio. 

Da qui il suggerimento rivolto a Ministero dell'Istruzione, Regione Lazio, Comune di Roma, tutti e tre competenti per il settore scuola. "Gli operatori telefonici dovrebbero costruire pacchetti adeguati a seconda che il plesso scolastico si trovi in copertura FTTC o FTTH, a prezzi di mercato a seconda del numero di collegamenti inseriti, considerando l'istituto scolastico come un condominio". E "il canale di acquisizione dovrebbe essere il MePA, così da rendere la procedura di acquisto amministrativamente conforme alle regole di acquisto nella PA e garantire trasparenza". A che prezzo?

Da un'indagine del Miur, si legge ancora nello studio, è emerso che il 75% delle scuole sostiene una spesa fino a 3.000 euro all'anno per la connettività. Cifra alla quale "vanno aggiunti i costi da sostenere per la gestione, manutenzione ed aggiornamento di una rete interna WiFi o cablata che raggiunga tutte le aule e soddisfi tutte le esigenze scolastiche". Il tutto ovviamente dipende dalla dimensione dell'istituto e dal numero di classe. Ma assicura una proprio connessione a ogni aula, secondo gli esponenti di Azione, non aggraverebbe troppo i costi. Specie alla luce dei risparmi sulla gestione corrente avendo tutti gli alunni a casa. 

Insomma, l'invito agli enti locali e nazionali è a intervenire il prima possibile. "Il problema c'è sempre stato - commenta ancora Di Gregorio - ovviamente non era rilevante in tempi in cui la didattica a distanza non esisteva in questi termini. Si poteva e si doveva intervenire prima, soprattutto con una mappatura delle scuole che più hanno bisogno di interventi". 

Da parte sua la Regione Lazio si prepara a pubblicare un bando per potenziare la rete internet delle scuole di II grado, oltre che per l'acquisizione di dispositivi mobili e abbonamenti. Uscirà, è la promessa, probabilmente martedì prossimo. "L'obiettivo è quello di andare incontro, in questa fase, alle esigenze delle scuole e a quelle dei ragazzi" ha commentato l'assessore alla Scuola e al Lavoro della Regione Lazio, Claudio di Berardino, durante l'ultima commissione Scuola che si è tenuta sul tema. 
 

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