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Sciopero lavoratori sanità, Sicel: "In prima linea"

Il SICEL (Sindacato Italiano - Confederazione Europea del Lavoro), presente allo scioperò della Sanità del Lazio

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

Diverse migliaia di lavoratori del comparto sanità, circa 10.000 hanno dichiarato gli organizzatori, si sono dati appuntamento davanti la sede della Regione Lazio per protestare contro i tagli previsti nel settore sanità che provocheranno la perdita di numerosi posti di lavoro e notevoli disagi per la popolazione che avrà la necessità di ricorrere alle strutture sanitarie.Presenti i rappresentanti di tutte le strutture sanitarie della regione Lazio, compresi i lavoratori dell'IDI che da circa tre mesi non percepiscono retribuzione. In piazza si sono ritrovati i dirigenti ed iscritti di tutti i sindacati dei lavoratori e delle associazioni datoriali per la prima volta insieme. Anche il SICEL (Sindacato Italiano - Confederazione Europea del Lavoro) presente in piazza con i suoi Dirigenti ed iscritti. il Sindacato Italiano ha partecipato, con i suoi lavoratori, anche all'occupazione non autorizzata della via Cristoforo Colombo. Il tutto si è svolto in maniera civile e senza nessun incidente, nonostante la giustificata rabbia dei lavoratori che si sentono svenduti e traditi dalle istituzioni e che guardano al proprio futuro con grande preoccupazione. "Siamo qui per protestare contro i tagli previsti nella sanità - hanno dichiarato i dirigenti SICEL - non si può stare zitti e guardare inermi i politici che distruggono completamente la sanità nel Lazio e nel resto d'Italia. I tagli previsti sono pericolosissimi, non solo perderanno il posto di lavoro migliaia di lavoratori, ma la chiusura e la trasformazioni di alcune strutture sanitarie, come il San Filippo Neri di Roma, creerà notevoli problemi alla popolazione che si vedrà privata di un suo fondamentale diritto, il diritto alla salute. I politici dovrebbero migliorare il settore, non distruggerlo. A breve, grazie a Bondi e compagni, sarà davvero problematico per chi ha bisogno di assistenza sanitaria trovare adeguate cure e il bacino, già enorme, di disoccupati in Italia andrà ancor di più ad aumentare. Dobbiamo lottare affinché questo non avvenga, lo dobbiamo ai lavoratori e ai cittadini Italiani. Il governo avrebbe potuto tagliare sulle spese delle politica e della burocrazia, ma ha preferito dare un altro colpo al popolo, dopo le tante tasse e la modifica dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori lo spending review sarà il colpo di grazia. Oggi siamo tutti arrabbiati e abbiamo motivo di esserlo, soprattutto chi, come i lavoratori dell'IDI di Roma, non solo non sanno cosa accadrà in futuro, ma sono anche tre mesi che non percepiscono i dovuti stipendi. Siamo arrabbiati e lo abbiamo dimostrato con i nostri slogan e con le nostre bandiere, tuttavia abbiamo manifestato con grande civiltà senza arrecare danno a cose e persone, al contrario di altre manifestazioni di recente passato. Continueremo a lottare e protestare senza tregua, nelle strade, nelle assemblee, presso i tavoli di concertazione, nulla ci fermerà! La manifestazione è andata benissimo e siamo soddisfatti del risultato, le uniche note dolenti che dobbiamo necessariamente segnalare sono la presenza di alcune bandiere di partito portate a spalla da persone che come al solito tentano di strumentalizzare le manifestazioni per appropriarsi del merito di stare dalla parte del popolo, quando proprio loro sono stati tra i responsabile dell'attuale situazione, contribuendo negli anni ad affossare l'Italia distruggendone con il tempo l'economia, fino all'epilogo finale del Governo Monti.Altra nota dolente da segnalare è stato un episdio avvenuto sul palchetto allestito dalla triplice sindacale che, a loro dire, serviva per dare voce ai lavoratori della sanità, ma stranamente al primo lavoratore non iscritto al loro sindacato, ma ad un altro sindacato, che ha provato a prendere la parola gli è stato levato con decisione il microfono dalle mani invitandolo prontamente a scendere dal palchetto, come se avessero paura che l'intervento di un altro sindacalista avrebbe potuto indurre i loro amici giornalisti a citare anche qualche altro sindacato presente oltre a loro, rischiando così di far sapere a lavoratori e cittadini che esistono dei sindacati meno famosi, ma solo perché meno citati dalle televisioni e giornali, che tutelano i lavoratori. E che questi sindacati difendono incondizionatamente tutti i lavoratori considerandoli innanzi tutto persone e non quota di trattenuta sindacale o un futuro voto alle elezioni, e che dopo le assemblee, i rappresentanti e i dirigenti di questi sindacati, vanno a prendere il caffè con i lavoratori e non a cena con i datori di lavoro o peggio ancora con i politici. Noi siamo in piazza per i lavoratori e per i cittadini italiani e solo loro ci interessano! perchè noi siamo il vero sindacato rivoluzionario, NOI SIAMO IL SICEL!".

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