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Sciopero a Roma: i lavoratori Atac e Tpl bocciano il concordato preventivo

"Massiccia adesione" per le sigle che l'hanno promosso che gridano al successo

L'adesione allo sciopero del primo "venerdì nero" dell'anno, è stata di quelle importanti. Per le sigle sindacali che hanno aderito è stata addirittura "massiccia". Per l'Agenzia della mobilità invece, alle ore 10.30, la partecipazione si è attestata intorno al 23%. Ed ha interessato bus, metropolitane, tram, linee ferroviarie e linee periferiche del Trasporto pubblico locale.

No al concordato preventivo

Braccia incrociate dalle 8,30 alle 17 e poi, rispettata la fascia di garanzia, dalle 20 a fine servizio. In questo modo molti lavoratori Atac e di Roma TPL hanno nuovamente ribadito la propria contrarietà al piano industriale sottoscritto dai sindacati Confederali, da Faisa Cisal e da Ugl. La stada del Concordato preventivo, per quanti hanno aderito allo sciopero del 12 gennaio, resta sbagliata. Peggio, "è pericolosa e dannosa".

No alla svendita del patrimonio

A distanza di quattro mesi dall'avvio della protesta, le sigle sindacali USB, Or.Sa. TPL e Faisa Confail sono tornate a ribadire le ragioni del no. "Siamo contrari alla svendita degli immobili patrimoniali di ATAC per fare cassa e gonfiare le tasche della speculazione edilizia romana".  Una delegazione di comitati cittadini,  ha provato a ribadirlo anche ieri. Decine di persone si sono infatte recate sotto l'assessorato di Linda Meleo per contestare la vendita dei vari depositi presenti nel tessuto cittadino. 

Chiesto l'intervento del Governo

I lavoratori che "in maniera massiccia hanno aderito allo sciopero" si legge nella nota dei sindacati citati lo hanno fatto anche per ribadire "il no alla solita politica che guarda solo al tornaconto elettorale senza avere capacità e coraggio di affrontare ad ampio spettro  il problema generale della mobilità romana". Quello che invece viene auspicato, è un cambio di marcia, che punti cioè  "ad un piano straordinario di  investimenti a carico di Governo, Regione e Comune per  ridurre l’enorme gap di Roma con le altre grandi città europee e mondiali".  
 

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