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Sciopero di 4 ore in Atac il 7 agosto: venerdì metro e bus a rischio

La mobilitazione è stata indetta dall'Unione sindacale di base. Nel mirino: "Il piano industriale, l'accordo del 17 luglio e la sicurezza"

Sciopero di quattro ore in Atac per venerdì 7 agosto. La mobilitazione è stata indetta dall'Unione sindacale di base. I dipendenti incroceranno le braccia dalle 8.30 alle 12.30. A darne notizia in una nota l'Agenzia per la mobilità nella nota in cui trasmette le date della seconda franchigia estiva per gli scioperi nel settore del trasporto pubblico locale. 

“Niente scioperi per bus metrò, tram e ferrovie urbane dal 28 luglio al prossimo 3 agosto. Non sono prove di tregua sindacale, ma quanto prevede la legge che regolamenta le astensioni dal lavoro nei servizi pubblici essenziali. Le franchigie estive per il trasporto pubblico, ossia i periodi durante i quali non si può scioperare, vanno dal 27 giugno al 4 luglio e dal 28 luglio al 3 agosto. Sempre nel mese di agosto non si posso- no proclamare scioperi dal 10 al 20 e poi ancora dal 28 al 5 settembre” si legge nella nota. 

Tra una franchigia e l’altra, però, continua Agenzia per la mobilità, “il prossimo mese sono previste due agitazioni, secondo quanto elencato sul sito della Commissione di Garanzia (www.cgsse.it): la prima il 7 agosto con quattro ore di astensione dal lavoro in Atac e nel consorzio di Roma Tpl. Quest’ultima sarà protagonista del secondo sciopero in programma alla fine del mese, il 27 agosto”.

A spiegare i motivi della proclamazione dello sciopero il sindacalista dell'Usb Michele Frullo: “Scioperiamo perché la campagna di criminalizzazione dei dipendenti Atac è sotto gli occhi di tutti ed è ora di dire basta” spiega a Romatoday. Diversi i punti nel mirino della protesta: “Il Piano industriale di Atac, l'accordo firmato lo scorso 17 luglio con Cgil, Cisl e Uil che stabilisce nuovi carichi di lavoro. E infine la sicurezza”. Continua Frullo: “Abbiamo più volte denunciato come il manuale dell'autista prevede alcuni punti che sono in netto contrasto con il codice della strada. Tra questi per esempio il cosiddetto blocca porta, quel dispositivo che non permette al mezzo di partire in presenza di una porta rotta e gli indicatori di direzione e gli stop. Il tutto senza considerare che il conducente è responsabile di quanto accade. Se per colpa di uno stop che non funziona si verifica un tamponamento, è l'autista il responsabile. Così come per le porte che non si chiudono: se un autista parte con la porta aperta rischia il licenziamento, se non parte il linciaggio. Tutto questo peggiora la sicurezza di tutti”.

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