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Regione, sciolto il Consiglio: il presidente Abbruzzese firma l'atto

Da ora in avanti il Consiglio "potrà esaminare solo atti dovuti, urgenti e indifferibili, ed è tenuto a garantire l'ordinaria amministrazione fino al voto"

Dopo le dimissioni di Renata Polverini, formalizzate ieri, arriva anche lo scioglimento del consiglio regionale. A firmare il decreto questa mattina il presidente Mario Abbruzzese che lo ha reso noto durante un evento in provincia di Frosinone. Così si legge nella nota diffusa dall'ufficio informazione della Pisana.

"Il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese, con proprio decreto, in ottemperanza all'articolo 126, comma 3 della Costituzione e agli articoli 19 e 44 dello Statuto regionale, ha dichiarato l'esistenza della causa di cessazione dalla carica del presidente della Regione, Renata Polverini, in considerazione delle dimissioni pervenute agli uffici della presidenza del Consiglio ieri sera alle ore 19 e ha contestualmente provveduto a dichiarare sciolto il Consiglio regionale questa mattina alle ore 10,30. Il decreto è in via di notifica a tutti i consiglieri e verrà pubblicato sul Burl. Il Consiglio, da qui in avanti, potrà esaminare solo atti dovuti, urgenti e indifferibili, ed è tenuto a garantire l'ordinaria amministrazione fino al voto".

Con lo scioglimento si aprono ora tempi 'obbligati' per determinare quando si andrà al voto per rinnovare l'amministrazione. Ma la data in cui effettivamente i cittadini andranno alle urne per eleggere il successore di Renata Polverini resta un rebus. Da oggi, con la firma di Abbruzzese, la presidente dimissionaria Renata Polverini ha 90 giorni di tempo per emettere il decreto che indice le prossime elezioni. Le norme non indicano un tempo massimo entro il quale collocare la data in cui si andrà a votare. Ecco perché è percorribile - e Polverini lo auspicherebbe sia per motivi di contenimento delle spese, sia anche per motivi strettamente politici - la strada dell'election day. La legge fissa però un tempo minimo tra il decreto e il giorno delle urne, che è di 45 giorni.

E' lo scenario preferito dal centrosinistra, che da una parte vorrebbe, in un momento così delicato, una Regione subito in piena operatività, e dall'altra punta a capitalizzare a caldo l'effetto-Fiorito, 'trainando' così il Campidoglio e le Politiche nel 2013. C'é però il tema dei tagli strutturali al numero dei consiglieri e degli assessori. Se il governo emetterà un decreto in questo senso, così come promosso dalla Conferenza delle Regioni, potrebbe essere possibile che il Consiglio (che tecnicamente potrebbe fare solo l'ordinaria amministrazione e atti obbligatori come il bilancio) possa mettere ai voti un provvedimento. Anche se c'é chi fa notare che si tratterebbe di una modifica statutaria, che richiede un doppio passaggio in Aula con almeno due mesi di intervallo. La giunta Polverini, in ogni caso, in una delle sue ultime riunioni ha depositato una proposta di legge che riduce i consiglieri da 70 a 50 e gli assessori da 15 a 10, nella direzione cioé indicata dalla spending review nazionale.

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