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Dalle assunzioni alla medicina territoriale, 26 giugno presidio alla Regione Lazio per una "sanità pubblica e gratuita"

A scendere in piazza diverse realtà, dal Coordinamento cittadino sanità ai movimenti per l'abitare

Assunzioni a tempo indeterminato. Abolizione delle liste di attesa e dell'intramoenia. Accesso alla sanità per tutti con abolizione dell'articolo 5 della legge Renzi/Lupi. E ancora. Potenziamento della medicina territoriale e apertura di consultori in ogni territorio. "Per una sanità pubblica, gratuita, universale e umanizzata". Con queste rivendicazioni un lungo elenco di realtà, da lavoratori e utenti della sanità a movimenti sociali e cittadini, presidieranno la sede della giunta regionale del Lazio in piazza Oderico da Pordenone. L'appuntamento per venerdì 26 giugno 2020 ore 15.

Molte le sigle che hanno indetto la mobilitazione: dal Coordinamento cittadino sanità, composto da utenti e lavoratori, ai Movimenti per il diritto all’abitare, dal Coordinamento assemblee delle donne e libere soggettività dei consultori di Roma e del Lazio fino ad arrivare a Casale Alba 2, al Centro sociale Ipò, ad Attac Roma e Reti di Pace. Saranno presenti anche i coordinamenti delle lavoratrici e dei lavoratori degli ospedali Spallanzani, Policlinico e degli appalti della Asl Roma2.

"La Regione Lazio, al pari delle altre regioni, non mostra alcun ripensamento sulle sciagurate politiche sanitarie degli ultimi decenni", si legge nel comunicato che chiama la manifestazione "Le liste d’attesa con tempi infiniti, l’affollamento dei pronto soccorso, la chiusura di presidi sanitari e posti letto, la pressoché assenza di sanità territoriale sono frutti di precise scelte politiche di cui la Regione Lazio è responsabile. Costituiscono le condizioni necessarie per favorire un mercato sanitario drogato dove il rischio per gli imprenditori è zero ed i profitti enormi". Conclude la nota: "Se ogni patologia diventa occasione di profitto perché fare prevenzione? Conquistare una sanità pubblica, universale, gratuita, laica non sarà né semplice né indolore e solo la costruzione di un movimento forte, ampio, diffuso potrà permetterlo".

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