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La sanatoria degli occupanti nelle case popolari spacca il M5S: chiesta espulsione consigliere dissidente

Marco Cacciatore (M5S) ha votato a favore del collegato al Bilancio. Corrado, De Vito e Barillari: "Deve essere espulso"

La regolarizzazione degli occupanti nelle case popolari spacca il Movimento cinque stelle regionale e capitolino. Lo scontro si è infiammato nella notte tra giovedì e venerdì, quando il presidente della commissione Urbanistica e Politiche abitative, Marco Cacciatore, ha votato a favore del collegato al Bilancio insieme alla maggioranza di centrosinistra.

“Il tradimento peggiore arriva sempre da dentro”, ha tuonato su Facebook Francesca De Vito, consigliera regionale pentastellata, sorella del presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito. “Marco Cacciatore deve essere espulso dal M5S”, ha rincarato la dose il collega di movimento Davide Barillari. “Chiederemo al capogruppo l'allontanamento di Cacciatore, che col suo voto ha sancito la sua entrata in maggioranza”, le parole rilasciate all’Agenzia Dire da Valentina Corrado, poche ore dopo l’accaduto. “Coinvolgeremo i probiviri perché valutino le violazioni al nostro regolamento. E parleremo anche con Vito Crimi (reggente del M5S dopo il passo indietro di Luigi Di Maio, ndr)”.

Lo scontro si è ufficializzato con il voto di giovedì notte ma la situazione era tesa da giorni. La capogruppo Roberta Lombardi ha dato il proprio voto contrario al collegato al Bilancio, all’interno del quale era inserita anche la sanatoria, insieme a Valentina Corrado, Gaia Pernarella e Francesca De Vito, ma nei giorni precedenti alla votazione finale si era espressa più volte a favore della regolarizzazione degli occupanti nelle case popolari alimentando le polemiche interne al Movimento sul tema. All’interno del gruppo non si sono schierati contro nemmeno il vicepresidente dell’Aula, Devid Porrello, e il presidente dela commissione Ambiente, Valerio Novelli, che non hanno partecipato al voto (come Silvia Blasi, Davide Barillari e Loreto Marcelli che però avevano già lasciato la Pisana).

Se la sanatoria è approdata sui banchi del Consiglio con un maxiemendamento di Giunta, il provvedimento è stato frutto di un lavoro durato settimane e portato avanti dai consiglieri della maggioranza di centrosinistra  Marta Bonafoni (Lista civica Zingaretti), Eugenio Patané (Pd), Paolo Ciani (Centro democratico) e Alessandro Caprioccioli (Radicali) al quale ha lavorato attivamente con proste di emendamento e incontri anche il pentastellato Marco Cacciatore.

Cacciatore ha difeso il suo voto così: “Ho votato un atto che ho fortemente condizionato e voluto, per prendermi la responsabilità di fronte ai cittadini e per aver così portato a termine un percorso che soddisfa le loro esigenze, per come le ho interpretare e con tutti i miei umanissimi limiti”, ha scritto. “È una presa di responsabilità, innanzitutto per chi dice che regolarizzare significa alimentare il racket. Secondo me proprio regolarizzando una persona che non ha alternative la faccio uscire dal giogo del racket”. Su una posizione diametralmente opposta Valentina Corrado che poche ore dopo il voto ha pubblicato un post su Facebook dal titolo eloqunte: “Sanatoria occupazioni abusive case popolari: i clan ringraziano”, ha scritto spiegando di aver presentato un emendamento per impedire la sanatoria “per coloro che possiedono condanne penali passate in giudicato per delitti non colposi per i quali è prevista la pena detentiva non inferiore a 2 anni”. Poi conclude: “Se la sono approvata di notte, apponendo la fiducia e con l’imposizione della restrizione dei tempi per il dibattito senza nemmeno consentire la discussione di proposte modificative di uno scempio che premia l’illegalità e punisce chi rispetta la legge”.

Il fuoco ‘amico’ non è stato azionato solo in direzione di Cacciatore ma anche della capogruppo Roberta Lombardi, da sempre avversaria politica di Virginia Raggi che non ha mai fatto segreto della propria  contrarietà alla sanatoria. “Lombardi di fatto non rappresenta più il gruppo”, le parole rilasciate da Corrado all’Agenzia Dire, “perché le posizioni sono due: chi vuole continuare a lavorare nel merito degli atti per risolvere i problemi, ma senza allearsi con nessuno, e chi invece sta giocando a risiko, a fare lo statista, pensa al futuro prossimo delle varie elezioni in Regione, Campidoglio, amministrative varie e sta lavorando per costruire questa alleanza col centrosinistra. Se Lombardi e Cacciatore si trovano a loro agio nel centrosinistra togliessero il disturbo e ci lasciassero lavorare”.

Pur avendo votato contro, nei giorni precedenti Lombardi si è espressa più volte a favore della sanatoria e ha lavorato attivamente affinché si arrivasse a una difficile quadra tra le diverse posizioni in campo così da portarla al voto. “Case popolari, ecco perché sono d’accordo con il blocco degli sgomberi”, aveva scritto nei giorni precedenti al voto su Facebook. “Sul principio della tutela della legalità siamo tutti d’accordo ma, così come un buon medico non può asportare un tumore senza prima fare al paziente una tac e tutti gli esami clinici del caso per capire dove e come operare, allo stesso modo un buon amministratore non può asportare il ‘cancro dell’illegalità’ dagli alloggi popolari avviando alla cieca una campagna di sgomberi senza aver mappato le dimensioni del fenomeno”. 

Una critica rivolta soprattutto al Campidoglio di Virginia Raggi che fin dall’inizio della consiliatura ha dichiarato di voler far scorrere la graduatoria anche grazie a un imponente piano di sgomberi nelle case popolari che però non si è realizzato. E infatti, proprio il Campidoglio pentastellato nelle ore precedenti all’approvazione della sanatoria si è espresso ufficialmente contro il provvedimento: “Qualsiasi sia il problema dell'emergenza abitativa, la risposta non è la sanatoria contenuta nell'emendamento della Regione Lazio a firma dell'assessore Valeriani”, le parole dell’assessora alle Politiche abitative, Valentina Vivarelli, nel corso del consiglio straordinario che si è tenuto sul tema degli sgomberi giovedì scorso. “Dietro le fragilità ci possono essere sfruttamenti e illegalità. Bloccando gli sfratti blocchiamo aria nuova e ossigeno a persone che hanno bisogno di una casa a un prezzo accessibile e umano”.

Anche su questo punto non era mancato un attacco diretto di Cacciatore: “Se come a Roma si avvia un piano sfratti di 8000 nuclei, poi ci si rende conto di creare una macelleria sociale e si decide di non andare più avanti, ma si rifiuta di regolarizzare chi non ha alternative: è proprio così che li si lascia in balia dei circuiti anche malavitosi”. Due punti di vista totalmente divergenti che difficilmente potranno trovare una sintesi. 
 

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