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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Monteverde / Circonvallazione Gianicolense, 87

Raschiamento solo dopo il ponte: "Così Silvia ha atteso le feste con il feto morto in grembo"

La procedura ginecologica prevista solo il lunedì e il giovedì: per la donna intervento rimandato dopo Pasquetta e 25 aprile. Cobas: "Sanità al collasso"

Da una parte il dolore di una madre per aver perso il figlio desiderato, dall'altra una sanità che le impone di aspettare giorni prima di essere sottoposta al raschiamento post aborto spontaneo. E' la storia di Silvia, una donna che ha dovuto attendere il lungo ponte festivo con il feto morto in grembo prima di sottoporsi alla delicata procedura ginecologica. 

La storia di Silvia: le feste con il feto morto in grembo

"Ho perso mio figlio all'ottava settimana e lo porto ancora in grembo perchè chi si occupa del raschiamento lo fa solo il lunedì e il giovedì, cioè Pasquetta e 25 aprile. Sono sedici giorni che la creatura è venuta a mancare e devo attendere lunedì. Non basta già il dolore di una mamma, anche l'agonia. E' uno schifo" - aveva scritto la donna dall'ospedale San Camillo

Una denuncia raccolta dai Cobas che si scagliano contro lo stato della sanità e il suo funzionamento. 

"Ho sentito Silvia in queste ore e ho percepito quanto il suo stato emotivo sia messo a dura prova. Quanto accaduto non è certo da Paese civile. Esprimiamo sdegno e rabbia. Mentre i dibattiti TV ci distraggono convincendoci della necessità di lavorare la domenica e i festivi, la sanità è allo sfascio e per un raschiamento bisogna aspettare la fine del ponte Pasquale" - ha commentato Francesco Iacovone, del Cobas nazionale. 

I Cobas: "Sanità al collasso"

"Mentre il commercio e la logistica funzionano h24 sette giorni a settimana, la sanità viene progressivamente smantellata a danno di tutti i cittadini, l'attenzione viene spostata sul falso diritto al consumo. Al centro del dibattito di questo Paese - conclude il sindacalista - deve essere rimessa l’efficienza e la stringente necessità di servizi pubblici essenziali, ormai destrutturati un governo dopo l’altro". 
 

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