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Salvini perde pezzi a Roma, lasciano 8 coordinatori dei municipi: "Progetto fallito"

Fabio Sabbatani Schiuma: "Colpa dei mestieranti della politica"

Un progetto politico a cui "non crediamo più", "affidato nelle mani sbagliate", "fermo da mesi", dove "non esiste meritocrazia". Screzi interni (e antichi) alla Lega nostrana e l'assenza alla base di una stabile struttura organizzativa, segnano una frattura insanabile nell'esperimento lanciato da Matteo Salvini nella Capitale. Si può dire mai, realmente, decollato. 

Nelle ultime 48 ore hanno lasciato il loro posto otto coordinatori della già fragile compagine leghista nei municipi. In aperta polemica con una gestione completamente scollata dalle istanze del territorio, volta esclusivamente a "favorire la corsa al parlamento di taluni", sono scesi dalla barca i rappresentanti delle ex circoscrizioni I, II, IV, V, VIII, X, XI e XV, Silvana Brannetti, Laura Carrese, Patrizia Cottone, Ornella Giordano, Anna Maria Paparatto, Antonella Savina, Giancarlo Bertollini, Sigfrido Burelli, Diamante Guerra, Lorenzo Cono, Michele Lunetta, Cristiano Spadola e Salvatore Scollo. 

Molti di loro fanno parte della squadra di Fabio Sabbatani Schiuma, primo una settimana fa a mollare i salviniani. Politico di lungo corso nella Capitale, fondatore nel lontano '93 del primo circolo di Alleanza Nazionale e, dopo il divorzio da Gianfranco Fini che lo ha espulso nel 2007, del movimento Riva Destra di cui è segretario nazionale. Quattro mandati da consigliere comunale con oltre 17mila preferenze raccolte, ha proseguito in autonomia mantenendo nel tempo un suo peso nell'elettorato di destra e ultra destra romana. 

Con Salvini si è candidato alla presidenza del V municipio alle scorse elezioni comunali, raccogliendo un 4 per cento ben oltre la media dei colleghi di altri municipi. Ma il tentativo di trovare una casa politica nella Lega è fallito in poco più di un anno. "Siamo stufi di atteggiamenti ipocriti e arroganti, tutti rivolti alla difesa di posizioni personali. Non avemmo paura allora di ‘dire no’ a Gianfranco Fini, figurarsi se possiamo subire diktat da mezze calzette e riciclati in cerca di un seggio alle prossime elezioni politiche. Il capogruppo nel Municipio V di Roma di Noi con Salvini, Fabio Sabbatani Schiuma, lascia così il movimento". Non le manda certo a dire parlando apertamente di "meschinità, piccinerie, sotterfugi, accordi inconfessabili, privato ingombrante di alcuni mestieranti della politica"

Non fa nomi ma ce l'ha con chi a suo dire non ha mai fatto spazio nè ai suoi nè alla politica sul campo, quella legata un po' più alla città e un po' meno alle poltrone. Primo della lista Francesco Zicchieri, consigliere a Terracina e nuovo coordinatore regionale investito direttamente da Salvini, chiamato a tenere insieme una Lega romana senza sede, senza congresso, senza politiche. Vicino a Barbara Saltamartini (ex alfaniana approdata nel 2015 da Ncd alla Lega), punta al parlamento e - assicurano i ben informati - tra lui e Schiuma non corre buon sangue. Come il fronte di "guerra" è da tempo più che aperto con Enrico Cavallari, già assessore al Personale della giunta Alemanno, candidato nel 2016 alla presidenza del XIII municipio per volere del luogotenente salviniano Gianmarco Centinaio.

Insomma, il divorzio è conclamato e indietro non si torna. "Dispiace che ciò abbia impedito a persone per bene e politicamente avvedute di lavorare e di accrescerne il fatturato politico". Il dito è puntato contro i "danni incalcolabili a una destra che deve essere sempre seria e credibile e che continuano ad agire indisturbati anche in questo progetto nel quale abbiamo creduto". Da qui l'addio e la condanna: "Non c'è spazio per nessuno nella lega a Roma. Ma soprattutto, non esiste nessun progetto e nessuno che faccia politica". Schiuma e i suoi tornano dunque sul mercato, in tempi sufficienti per non perdere gli appuntamenti elettorali del 2018, locali e nazionali.  

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