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Tensione tra Salvini e Di Maio: l'opposizione leghista alla Raggi diventa un problema

Il capogruppo Politi attacca la sindaca ma Salvini frena: "Farò di tutto per aiutarla"

"Raggi dovrebbe dimettersi, e non per i guai giudiziari ma per i disastri che sta facendo a Roma". Sono le parole del capogruppo della Lega Maurizio Politi, in un'intervista di stamani ai microfoni di Radio Cusano Campus. Niente di nuovo a dire il vero. La linea tenuta dal consigliere salviniano, ex Fratelli d'Italia, è la stessa da luglio, da quando ha lasciato il partito di Giorgia Meloni per passare tre le file dei vincitori appena entrati nell'esecutivo. 

Ferma opposizione a Raggi, in barba al contratto di governo che unisce Lega e grillini a livello nazionale. Lo ha ripetuto lui (qui un'intervista a RomaToday di inizio ottobre), lo hanno ripetuto gli altri che hanno cambiato bandiera, vedi i dirigenti del coordinamento regionale Fabrizio Santori e Federico Iadicicco anch'essi provenienti dalle file degli ex An. Anche perché spiegare il contrario agli elettori - di un sostegno a Raggi dopo averla attaccata fino al giorno prima - non sarebbe stato semplice.  

Niente di nuovo dunque. Ma l'intervista di Politi ha fatto il giro del web e dei quotidiani on line. E subito rilanciata con titoli quali "la Lega scarica la Raggi" (non l'ha mai appoggiata), ha mandato in fibrillazione i vertici del Carroccio, pronti a far rientrare nei ranghi il consigliere. Non sono cambiate le sue parole, a essere cambiato rispetto a settimane fa è il contesto politico nazionale. Non è il momento di alzare l'asticella: in ballo c'è la tenuta di palazzo Chigi che scricchiola su più fronti. 

Le liti tra i due vicepremier Di Maio e Salvini, consumate poco in pubblico e molto più nei retroscena, sono all'ordine del giorno. Prima le accuse del leader grillino su presunte manomissioni alla bozza del decreto fiscale, poi la linea dura della Lega sui migranti maldigerita dalla fetta sinistra del Movimento, poi le grandi opere, su tutte la Tav osteggiata dai grillini di Torino. Insomma, il terreno è fertile e la strana alleanza vacilla. Ma alla Lega, in crescita continua nei sondaggi, non conviene granché spezzare ora l'abbraccio con il Movimento. Da qui la necessità di frenare anche sul fronte romano. 

Non stupiscono in quest'ottica le parole di Salvini, che si affretta a gettare acqua sul fuoco: "Cercherò di fare di tutto per aiutare i Romani e il Sindaco ad avere una città più sicura" dichiara poco dopo l'intervista del consigliere. Un po' come ha già fatto a San Lorenzo, per la morte di Desirée Mariottini, la 16enne drogata e stuprata da un gruppo di immigrati irregolari, non cogliendo la provocazione lanciata dalla sindaca. All'attacco piccato di Raggi - "la Lega non conosce Roma" - ha risposto a sorpresa, porgendo l'altra guancia: "La sindaca invece la conosce, è romana, e non ha la bacchetta magica". 

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