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Salario accessorio, Cgil: "Nuovo accordo subito". Ma Causi rimanda: "A metà settembre"

I sindacati chiedono la sottoscrizione di un nuovo contratto entro la pausa estiva. Il vicesindaco però spiega: "Nuovo metodo insieme alla Ragioneria generale dello Stato". Poi si appella ai dipendenti: "Serve un atto di responsabilità"

I sindacati avevano chiesto di chiudere la partita prima della pausa estiva. Ma sul salario accessorio dei 24 mila dipendenti capitolini il neo vicesindaco Marco Causi ha rinviato: “Faremo chiarezza entro metà settembre”. Un rinvio, quello comunicato oggi pomeriggio dal vicesindaco-deputato che testimonia come la complicata vertenza che si trascina ormai da oltre un anno sia rimasta una matassa intricata difficile da sbrogliare. Causi accenna a un “nuovo metodo” che prevede anche il coinvolgimento della Ragioneria dello Stato. A far scattare la precisazione di Causi un duro comunicato arrivato nel pomeriggio del segretario dalla Fp Cgil di Roma e Lazio Natale Di Cola in cui si legge: “Per l'ennesima volta dobbiamo registrare un fallimento della Giunta Marino sulle politiche del personale” accennando come, per l'ennesima volta, sul tema la tensione si stia alzando. 

IL LAVORO DEL CAMPIDOGLIO - “L’impegno della Giunta capitolina a chiudere il più velocemente possibile, e in modo positivo, la contrastata e delicata fase che le relazioni sindacali hanno attraversato negli ultimi mesi in Campidoglio è prioritario” spiega Causi.  “L’amministrazione capitolina ha l’obbligo di legge di ristrutturare profondamente le modalità di costituzione dei fondi di bilancio dedicati al salario accessorio rispetto alle decisioni assunte negli ultimi 20 anni.  Ottemperare a tale obbligo dipende anche dalla validazione che sul nuovo metodo andrà effettuata da soggetti esterni all’amministrazione, in particolare dalla Ragioneria Generale dello Stato”. Il vicesindaco spiega che i contatti che si sono svolti fino ad oggi tra l’amministrazione comunale e la Ragioneria Generale dello Stato “potranno essere stabilizzati e trasformati in atti amministrativi e politici non prima della metà di settembre”. Causi si appella a un atto di responsabilità dei dipendenti capitolini mettendoli di fronte all'incertezza dei fondi per l'erogazione della parte accessoria del loro stipendio.  “Soltanto in questo modo infatti si potrà perseguire il risultato, ad oggi ancora non certo, di poter attivare un  fondo di bilancio partendo da un livello non troppo distante da quello esistente”. 

LE RIVENDICAZIONI DELLA CGIL - "Da settimane ripetiamo che la vertenza andava risolta prima della pausa estiva con la sottoscrizione di un nuovo contratto. Lo stesso sindaco Marino oltre due mesi fa si era impegnato garantendo che i problemi con il Mef, causa dello stallo, erano risolti” ha scritto nella nota Di Cola. “Nei giorni seguenti abbiamo chiesto incessantemente la riapertura del tavolo per trovare soluzioni ed evitare che a settembre, a pochi mesi dal Giubileo e alla riaperture delle scuole, i problemi sul salario fossero ancora tutti sul tavolo" continua il sindacalista ribadendo la disponibilità delle parti sociali di mantenere aperta la trattativa anche a ferragosto. “A settembre avremmo voluto occuparci dei tanti problemi che ancora attanagliano la macchina capitolina, le sue articolazioni e i vari settori”.

SI ALZA LA TENSIONE - “Per l'ennesima volta dobbiamo registrare un fallimento della Giunta Marino sulle politiche del personale. Un'amministrazione sorda alle richieste dei rappresentanti dei lavoratori si assume nuovamente la responsabilità di alzare la tensione. Il tempo è scaduto. Siamo stanchi delle continue promesse disattese dal Sindaco. Gli unici fatti che dobbiamo registrare sono gli oltre mille euro persi da ciascun lavoratore dall'inizio dell'anno". Conclude la nota: “Metteremo in campo la nostra azione di informazione e denuncia sul fallimento e gli errori sulle politiche del personale”. 

LA REPLICA DELLA CISL - Alle parole del vicesindaco ha replicato anche il Segretario Generale della CISL FP di Roma e Lazio Roberto Chierchia: "Non sono certo i dipendenti capitolini a non aver avuto un alto senso di responsabilità in questi 7 mesi che hanno visto applicare unilateralmente dall'Amministrazione Capitolina un contratto non condiviso che ha tagliato dalle già magre buste paga, mediamente non superiori ai 1.300 euro/mese, oltre 1.000 euro" si legge nella nota. "Dei proclami dell'amministrazione Marino i lavoratori capitolini e i cittadini di Roma ormai non ne possono più, la data del 15 settembre fissata dal Vice Sindaco, On. Causi, è l ultima utile oltre la quale non potrà che ripartire la mobilitazione. I fondi utili a chiudere un salario accessorio condiviso sono stato previsti dalla Pre-Intesa e da quella si deve ricominciare per vedere riconosciuti i giusti diritti ai lavoratori e i servizi per i cittadini e i pellegrini che si apprestano ad invadere Roma per il Giubileo. Se il Sindaco e la Giunta sono convinti di poter affrontare il nuovo anno scolastico così come l'imminente Giubileo facciano pure, lo faranno senza l'unica risorsa certa di cui hanno disponibilità, i propri dipendenti che certamente di diritti e di un giusto salario hanno bisogno".

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