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Mafia Capitale 2, Sabella: "Commissariamento di Roma è escluso"

L'assessore alla Legalità ai microfoni di Roma Chiama 88.100 Fm: "L'amministrazione Marino ha cambiato le regole". Anche il commissario Pd Ostia, Stefano Esposito, difende il sindaco: "Non credo debba dimettersi"

Commissariamento del comune di Roma dopo il terremoto di Mafia Capitale? L'assessore alla Legalità, Alfonso Sabella, lo esclude, "sulla base di una valutazione meramente giuridica", perché "l'art 142 del Tuel prevede lo scioglimento del Consiglio comunale solo e laddove determinate criticità siano attuali". E "la fotografia attuale di Roma non è quella riportata dall’art 142". Così ha risposto ai microfoni di Roma Chiama 88.100 Fm il talk radio che va in onda su Elle Radio dagli studi di Radio Kaos Italy. 

Sabella ha poi continuato, "Anche se sul piano sostanziale trovo che la criticità dei comportamenti messi in luce dallo straordinario lavoro della Procura di Roma siano tali da poter portare allo scioglimento. Ma ripeto, credo che l’amministrazione di Roma di oggi si è data nuove regole e quindi i fatti gravosi commessi nel passato oggi non potrebbero essere più commessi". E sulla macchina amministrativa capitolina ha dichiarato "Come ho affermato in passato, il problema principale è il fatto che Roma Capitale non aveva una classe dirigente all’altezza di governarla. In parte oggi devo auto-smentirmi e sono felicissimo di farlo, nel senso che avendo avuto modo di lavorar insieme a tutta una serie di dirigenti, ho trovato persone straordinarie. Specie ad Ostia, sono uno più bravo dell’altro". 

Alla domanda del giornalista Enrico Pazzi sulla figura di Andrea Tassone, presidente dimissionario del municipio di Ostia e oggi oggetto di misure cautelari in relazione a Mafia Capitale, Sabella ha risposto,"quanto a Tassone, che ho conosciuto personalmente sul piano umano e spero possa dimostrare la sua innocenza, credo che il suo disagio dipendesse da tutta una serie di atti che non avevano né capo e né coda, che non erano conformi a nessun regolamento giuridico. E quindi da lì mi è venuto da dire che i dirigenti che li hanno prodotti o erano incapaci o corrotti. Io spero che si tratti solo di incapacità". 

In difesa del sindaco Marino e della sua amministrazione anche il commissario del Pd Ostia, Stefano Esposito, che sempre ai microfoni di Roma Chiama 88.100 Fm, dichiara: "Non penso che Marino debba dimettersi. Perché il sindaco Marino, appena si è insediato, si è rivolto alla Procura per segnalare situazioni fuori controllo. E l’inchiesta è partita anche da questa sua denuncia. Io credo che l’azione della Procura vada accompagnata da un azione decisa dell’amministrazione e non vedo nessuno meglio di Marino per garantire ciò. Inoltre, sfido chiunque a dire che Marino abbia responsabilità in questa vicenda. Forse l’unico errore che ha commesso è che ha tagliato poche teste nella struttura amministrativa e di aver fatto qualche errore nella composizione della sua giunta. Ma poi ha ovviato a questi errori". ha dichiarato il senatore Pd. 

"A Roma si parla di Marino come di un ufo, in maniera spregiativa. Ma io credo che sono proprio gli ufo che mediamente disturbano il sistema. Chi vuole mandarlo a casa è perché ha voglia di ricominciare a fare i propri comodi e questo con Marino non è possibile". Il senatore Stefano Esposito ha poi concluso affermando, "quello che sta emergendo è una situazione marcia e che è marcita in decenni. Nonostante i cinque anni di Alemanno siano stati terribili e cruciali per la crescita di questo sistema criminale, dire che tutto questo è solo responsabilità di Alemanno è sbagliato. Anche il Pd comunque ha una responsabilità, senno non ci sarebbe il commissariamento con Matteo Orfini. Noi non dobbiamo autoassolverci. Anzi, dobbiamo fare una analisi profonda del perché siamo arrivati a questo punto". 

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