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La Ferrovia Roma Viterbo è a rischio soppressione: pendolari pronti alle barricate

L'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, del ministero dei Trasporti, scrive ad Atac e Regione: nel mirino il mancato rispetto delle nuove norme di sicurezza

È scritto nero su bianco: la ferrovia Roma Viterbo potrebbe scomparire, se Atac e regione Lazio non la metteranno in sicurezza ottemperando alle richieste arrivate dal ministero. Così è scritto in una nota inviata all'azienda di via Prenestina, gestore della linea concessa di proprietà regionale, lo scorso 14 ottobre: "Qualora per tale tratta non vengano comunicati gli elementi richiesti" a garanzia dell'effettuazione "in sicurezza dei servizi di trasporto ferroviario" i servizi stessi "non potranno essere proseguiti". Firmato, l'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria (Ansf), organismo di controllo del dicastero di Infrastrutture e Trasporti. Ma facciamo un passo indietro. 

Le nuove norme sulla sicurezza

È il decreto legislativo 50 del 2019, in attuazione di una direttiva europea, a fissare disposizioni volte a sviluppare e a migliorare la sicurezza del sistema ferroviario. Per la Roma Viterbo si va dalla riduzione della velocità massima di andamento, alla battuta d'arresto su tutti gli attraversamenti e i deviatoi non comandati dall'Apparato centrale elettrico a itinerari (Acei), alla soppressione degli incroci. Una serie di prescrizioni che non solo ha portato alla cancellazione di ben 22 treni, ma che adesso sembra non bastare più.  

Sulla Roma Viterbo prescrizioni non rispettate

Collegamenti di sicurezza, sistemi di blocco automatico, passaggi a livello, manutenzione degli impianti di sicurezza e segnalamento. Secondo quanto riportato nella nota dell'Ansf sono una decina i requisiti legati appunto a nuove normative di sicurezza che rimangono insoddisfatti. Qualche esempio: invece che ridurre la velocità a 50 chilometri orari, Atac ha optato per un limite di 70 e due agenti in cabina, oppure sulla tratta Catalano-Montebello si è scelto per il passaggio di un treno ogni 35 minuti per senso di marcia, mentre la Asnf aveva prescritto un convoglio ogni ora. Variazioni possibili e consentite purché ugualmente efficaci rispetto a quelle prescritte, e che nei casi citati non risulterebbero supportate da alcuna analisi del rischio. 

Pendolari pronti a scendere in piazza

"Siamo arrivate a minacciare la sospensione dell'esercizio, è in gioco l'incolumità del personale aziendale e degli utenti" commentano i comitati di pendolari pronti a scendere in piazza sabato 16 novembre. L'appuntamento è alle 10 in piazza del Popolo organizzato dai gruppi Pendolari Roma nord, TrasportiAmo, blog Odissea Quotidiana, Roma Ostia lido. E la questioni sul piatto vanno oltre i moniti del ministero. Sempre per quanto riguarda la Roma Viterbo, il nuovo orario invernale in vigore dal 17 settembre - alla luce della rimodulazione estiva del servizio - sta mandando nel caos l'utenza. "È inammissibile il trattamento riservato ai pendolari che pur pagando gli abbonamenti trovano serie difficoltà negli spostamenti per le ormai note e evidenti lacune di questo orario, specie nella tratta Catalano-Viterbo" tuonano i comitati. "Troviamo veramente incredibile come Atac e Regione Lazio tendino continuamente a rimandare la questione di tavolo in tavolo, invece di porre in essere le modifiche necessarie per ridurre i disagi. Sono passati due mesi – due mesi! – dalla sua entrata in vigore, ma finora abbiamo ascoltato solo un mucchio di chiacchere dai diretti interessati e nulla di concreto"

"Atac e Regione ci ascoltino"

Quando invece i gruppi organizzati di pendolari hanno già lavorato a delle alternative. "Al netto delle deficienze infrastrutturali - rimaste tali - e delle direttive Ansf, è possibile valorizzare il servizio ferroviario e calmierare l’uso del servizio integrativo bus, in modo da ridurre sia le emissioni nell’ambiente. Siamo riusciti a inserire 50 treni extraurbani di cui 30 nella tratta Catalano-Viterbo con la 'rottura di carico' a Vignanello, dando continuità al servizio. Atac invece ha inserito 38 treni pur ricorrendo, paradossalmente, agli 'incroci', 7 nella tratta alta e 4 tra Montebello e Catalano". Nessuno però li ha ancora ascoltati. 
 

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