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Roma Tpl, gli stipendi restano una chimera. Linee in periferia ancora a singhiozzo

Paolo Ventura, Fast Ferrovie Confsal: "In mattinata circola appena il 30% delle vetture". L'Agenzia per la mobilità parla di "servizio ridotto, con la cancellazione di alcune corse. Non risultano linee ferme al momento"

Il pagamento degli stipendi ai 1800 lavoratori della Roma Tpl resta una chimera. Si è infatti rivelato del tutto fallimentare il tavolo convocato ieri in Prefettura, nel corso del quale Roma Capitale e l'azienda non sono riusciti a fornire certezze nè date sull'erogazione delle spettanze. Da un lato il Comune che ribadisce come l'ordinario, 23 milioni e 900 mila euro, sia stato normalmente elargito al consorzio privato che gestisce il 25% delle linee romane, così come prevede il contratto di servizio. Dall'altra l'azienda, con le proprie spese e con la grana Breda Menarinibus, società con cui è in atto un contenzioso che assorbirà quasi totalmente questa cifra pagata dal Campidoglio. E ai lavoratori? Nessuna certezza. Forse un mese, forse neanche quello. 

Unica certezza è quella di una situazione che rischia di esplodere da un momento all'altro e che i sindacati fanno sempre più fatica a contenere. Anche oggi si è evitato il blocco totale con incontri andati avanti fino alle 3 di questa notte. Spiega Paolo Ventura di Fast Ferrovie Confsal: "La situazione resta difficilissima. I lavoratori sono allo stremo, con scadenze ormai non rispettate, debiti che si accumulano e spese banali diventate impossibili da sostenere. Il risultato è che oggi è pegggio di ieri e oltre il 70% dei lavoratori non si è presentato per i motivi più vari".

Le ripercussioni sul servizio sono inevitabili, con linee a singhiozzo in tutte le periferie. "In mattinata circola appena il 30% delle vetture", aggiunge Ventura. L'Agenzia per la mobilità parla di "servizio ridotto, con la cancellazione di alcune corse. Non risultano linee ferme al momento". Secondo quanto si apprende da varie fonti la situazione potrebbe peggiorare nel pomeriggio, con un'ulteriore diminuzione delle vetture circolanti.

Le linee su cui si possono registrare difficoltà con un aumento dei tempi di attesa sono 08, 011, 013, 013D, 017, 018, 022, 023, 024, 025, 027, 028, 030, 031, 032, 035, 036, 037, 039, 040, 041, 042, 044, 049, 053, 056, 048, 051, 055, 059, 054, 057, 066, 078, 086, 088, 135, 146, 213, 218, 226, 235, 314, 339, 340, 343, 344, 349, 404, 437, 441, 444, 445, 447, 502, 503, 505, 543, 546, 548, 552, 555, 557, 657, 660, 663, 665, 701, 701L, 702, 703L, 710, 711, 720, 721, 763, 764, 767, 771, 775, 777, 778, 787, 789, 808, 889, 892, 907, 907L, 908, 912, 982, 985, 992, 993, 998, 999, C1 e C19. 

I sindacati, pur tutti critici nei confronti dell'azienda, non riescono a fare fronte comune. L'Usb ieri ha abbandonato il tavolo. Spiega Ilario Ilari: "Abbiamo deciso di abbandonare il tavolo della trattativa perchè non è stato permesso alle organizzazioni sindacali di entrare nel merito della situazione contrattuale dell'azienda". "Non c'è margine di trattativa", aggiunge,  "mentre per noi le gravi inadempienze che si stanno verificando possono aprire alla valutazione di revoca dell'appalto".

Aggiunge Fabiola Bravi, dell'Usb: Non bastano i 22 milioni di euro che Roma Capitale ha messo in pagamento a conguaglio delle fatture del 2014 e del 2015 per garantire il pagamento degli stipendi, degli aumenti del rinnovo contrattuale di categoria, dei contributi, dei fondi pensionistici, delle cessioni del quinto, dell'Erg e dei buoni pasto" spiega. "Ma nel frattempo sempre Roma Capitale dichiara di non poter mettere in pagamento le fatture da gennaio 2016 ad oggi perché su di esse grava un'azione di pignoramento dalla Breda Menarini per circa 21 milioni di euro e perché necessita di verificare la capienza degli importi, ovvero di calcolarli al netto delle penalità che sistematicamente lo stesso Comune applica al Consorzio per le inadempienze contrattuali riscontrate”. L'Usb ha deciso di abbandonare il tavolo: "È gravissimo che le istituzioni, consapevoli di essere di fronte ad una violazione di un diritto costituzionale, di un disagio sociale e di ordine pubblico, nonché di reiterate violazioni contrattuali, abbiano fatto prevalere gli interessi economici, calpestando senza alcun ritegno la dignità dei lavoratori e degli utenti che pagano per un servizio che non c'è".

Micaela Quintavalle, presidente del sindacato Cambia Menti M410, commenta l'esito dell'incontro: "Con un continuo e vergognoso rimpallo di responsabilità l'unica certezza manifesta è che vengono incessantemente annientati diritti costituzionali. Continue le inadempienze contrattuali. Questo atteggiamento di dirigenza ed istituzioni sta pesantemente mettendo a dura prova la salute fisica e psichica dei lavoratori e delle loro famiglie". 

Critica anche la posizione della Fit Cisl Lazio: “Nella serata di ieri si è consumata l’ennesima giornata di passione" commenta in una nota, Francesco Sorrentino, segretario generale della Fit Cisl Lazio. “Con estremo rammarico, nonostante Roma Capitale abbia erogato nei termini dovuti i compensi derivanti dal contratto di servizio alla Roma TPL s.c.a.r.l., ad oggi i dipendenti hanno percepito solo un piccolo acconto sulle retribuzioni relative agli ultimi due mesi, e da più di due anni hanno scoperta la loro posizione Priamo (Fondo Previdenza Complementare)" spiega. "Disagi gravi che vanno a sommarsi anche ad altre inadempienze relative al mancato trasferimento delle somme trattenute sulle busta paga dei lavoratori verso alcune finanziarie". Così la richiesta "a Roma Capitale di mettere un punto ad una situazione catastrofica che si ripercuote sempre e solo sui lavoratori e le loro retribuzioni, mettendo così in forti difficoltà 1800 famiglie". 

Intanto Cgil, Cisl, Uil e Sul confermano lo sciopero di venerdì, quando le linee di periferie si fermeranno per 4 ore. A quel punto però la rabbia dei lavoratori potrebbe già aver rotto gli argini che con sempre maggiore difficoltà i sindacati provano a mettere. 


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