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Roma Tpl, non c'è tregua per i disagi: "I cittadini devono sapere cosa sta accadendo"

All'indomani dell'incontro in Prefettura che ha portato al rinvio dello sciopero si registrano nuovi ritardi. Contraria Usb: "Non c'è una soluzione strutturata"

Uno sciopero rinviato e un nuovo, ennesimo, impegno a pagare gli stipendi arretrati non sono bastati a riportare tranquillità tra le linee di Roma Tpl. Anche oggi le periferie di Roma si sono svegliate con un servizio a singhiozzo, con cittadini costretti ad attese interminabili alle fermate e corse saltate senza troppe spiegazioni. Stime sindacali parlano di un servizio dimezzato. Agenzia per la mobilità spiega: "Anche questa mattina si registrano disagi su alcune linee di bus gestite dal consorzio Roma Tpl".

Il clima all'indomani della lunga giornata di ieri, terminata in Prefettura con la garanzie da parte del Comune del pagamento delle fatture arretrate e il ritiro dello sciopero e la promessa di pagare gli stipendi entro il 9 maggio, non sembra quello di un nuovo inizio. E dietro la tregua armata ottenuta a livello sindacale, resta la rabbia e la diffidenza dei lavoratori stremati da una situazione che si protrae ormai da due anni.  

Il coro dei sindacati non è unanime. Se Cgil, Cisl e Uil grazie agli impegni assunti da Roma Tpl e Roma Capitale e hanno rinviato lo sciopero al 30 maggio, il Sul Ct ha mantenuto la mobilitazione in programma per oggi e l'Unione sindacale di base si è dichiarata “apertamente contraria” alle proposte messe sul tavolo di ieri in Prefettura. “L'azienda ha chiaramente fatto capire che non c'è la certezza delle retribuzioni di maggio né per quelle successive” ha spiegato Fabiola Bravi dell'Usb. “Siamo in in un cul-de-sac: l'impegno riguarda solo le mensilità di marzo ed aprile. Non c'è nessuna soluzione strutturata, non vogliamo dover arrivare ogni mese a protestare sotto la prefettura per fare in modo che i lavoratori vengano pagati”.  

Usb chiede una soluzione strutturale: “Roma Capitale si deve fare carico del pagamento diretto degli stipendi. Questo è l'unico modo per avere certezza del versamento”. Non solo: “Abbiamo chiesto più volte al Comune di Roma di verificare una serie di difformità rispetto al contratto di servizio, tra cui irregolarità nella posizione contributiva dei lavoratori e la garanzia dell'effettivo svolgimento del chilometraggio richiesto. Ci hanno più volte che l'istruttoria è in corso” continua Bravi che promette “nuove proteste”. 

L'impegno al pagamento degli stipendi, non è di certo il primo. I lavoratori hanno già vissuto una via crucis di presidi, incontri, proteste e accordi che nel tempo si sono rivelati inefficaci. E anche ieri sera, al presidio fuori dalla Prefettura al quale hanno partecipato circa 200 lavoratori, una volta appresa la notizia del rinvio dello sciopero si è levato un coro di fischi. 

Dall'altro lato della barricata ci sono gli utenti. “La gente deve sapere perché il 40 per cento delle linee non viene effettuato” continua Fabiola Bravi. “Deve sapere che spesso le vetture restano in deposito perché non c'è il gasolio. Devono sapere le condizioni in cui sono costretti a lavorare questi autisti esasperati dai continui e lunghi ritardi nel pagamento degli stipendi”. Bravi punti il dito contro Roma Capitale: “Deve intervenire immediatamente, questa situazione va contro i lavoratori e sta lasciando a piedi i cittadini delle periferie”.

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