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Martedì, 19 Marzo 2024
Politica

Turismo: la tassa di soggiorno sarà raccolta anche dai siti di prenotazione online

La Giunta capitolina ha approvato la convenzione con i gestori di piattaforme telematiche. Dovranno raccogliere anche la tassa di soggiorno. Raggi. "Con il gettito recuperato investiamo su decoro, mobilità e sicurezza"

Contrasto all’evasione e nuove risorse per il turismo della Capitale. Il Campidoglio è pronto a firmare una convenzione con i principali operatori portali telematici che si occupano di locazione turistica. L’accordo, annuale ma con rinnovo automatico, prevede di coinvolgere i siti aderenti nella raccolta della tassa di soggiorno.

Cosa prevede la convenzione

“E’ un cambio di passo importante – ha spiegato l’assessore al Commercio Carlo Cafarotti – perché ad oggi l’esercente poteva recuperare la tassa di soggiorno solo al momento del pernotto. Invece adesso introduciamo l’onere di farlo anche in fase di prenotazione”. Per Roma Capitale significa anche incamerare risorse importanti che possono essere reinvestite nel territorio.

Come reinvestire il tesoretto

L’operazione dovrebbe fruttare al Comune un tesoretto da 15 milioni di euro. “Sono introiti che restituiamo alla città in forma di investimenti su decoro, mobilità, sicurezza. Fondi dovuti alla Capitale, a chi la vive e a chi la visita, ma anche – ha sottolineato la Sindaca - alla gran parte del settore che versa le tasse”. Si tratta in sostanza di recuperare delle somme che erano già dovute ma che, finora, non era stato possibile ottenere. Significa, in definitiva, “aggiungere un ulteriore fondamentale tassello nella lotta all’evasione del contributo di soggiorno che ha registrato in questi mesi, con il nuovo Regolamento adottato dall’Assemblea Capitolina e grazie al lavoro dei Dipartimenti e della Polizia Municipale, importanti risultati” ha commentato l’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti. 

La lotta all'evasione

Per capire quale  sia il volume d’affari che ruota attorno all’evasione della tassa di soggiorno, basta considerare un dato. Sono oltre 11 milioni e mezzo di euro i soldi sequestrati finora dalla Procura di Roma a titolari di alberghi della Capitale che non avrebbero versato la tassa di soggiorno al Comune. L'ultimo sequestro è del 21 ottobre scorso, pari a circa 200 mila euro nei confronti del rappresentate legale della società che gestisce un importante hotel a quattro stelle.

Più fondi da destinare al turismo

Il tesoretto contibuirà anche a migliorare l’offerta turistica della Capitale. “I quindici milioni ipotizzati sono frutto di una stima al ribasso. Abbiamo considerato che chi si rivolge, tramite questi portali di prenotazione, a strutture ricettive extraalberghiere, restano a Roma più di tre notti” ha chiarito l’assessore Carlo Cafarotti “ad oggi la tassa di soggiorno fa incamerare circa 110 milioni di euro. Con quest’operazione puntiamo a raggiungere i 125 per il 2020. Ed una quota parte di quelle risorse, tra il 5 ed il 10% già abbiamo deciso di reinvestirle nella promozione turistica”. Perché sia possibile ottenere questo risultato, è necessario che i portali telematici di prenotazione aderiscano alla convenzione approntata dal Comune. Ma in Campidoglio si respira ottimismo. “L’interlocuzione con Airbnb, il principale operatore nel settore –ha fatto sapere Cafarotti – è già stata avviata”.
 

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