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La Regione (di destra) sostiene il Pride, anzi no. Dopo l'attacco di Pro Vita Rocca toglie il patrocinio

Scoppia la bufera intorno al Roma Pride. Il governatore sul sostegno prima dato, "in buona fede", e poi tolto: "La manifestazione promuove pratiche illegali come l'utero in affitto"

La Regione Lazio non darà il patrocinio al Roma Pride 2023, la kermesse lgbtqia+ in programma con la classica sfilata per le vie della Capitale sabato 10 giugno. Il sostegno, però, inizialmente, era stato concesso. Una revoca arrivata dalla nuova giunta di destra che guida la Pisana dopo le polemiche montate dall'associazione antiabortista Pro Vita & Famiglia. "Mentre in Parlamento il centrodestra propone di rendere l'utero in affitto un reato universale, il presidente Rocca concede il patrocinio al gay pride che vuole legalizzare la maternità surrogata" ha tuonato Jacopo Coghe portavoce dell'associazione, da sempre vicina agli ambienti della destra oggi al Governo. 

Il patrocinio della Regione al Pride

A stupire non è tanto la reazione di Pro Vita quanto l'iniziale sostegno di Rocca alla manifestazione organizzata dal Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli. Tanto che, poco dopo la nota di Pro Vita diffusa ieri intorno all'ora di pranzo, arriva quella della sinistra che invece applaude a Rocca (per qualcuno un tentativo di mettere il governatore in difficoltà): "Bene ha fatto il presidente a concedere il patrocinio operando così in continuità con il sostegno che da anni le istituzioni regionali assicurano alle istanze e alle richieste della comunità lgbtqia+" ha dichiarato la consigliera regionale del Pd Marta Bonafoni, presidente della commissione Trasparenza. "Una scelta che - al di là della diversità di opinioni - fa registrare una presa di distanza sicuramente positiva dal clima e dagli attacchi della destra al governo del Paese, ai diritti di tuttə". E invece, poco dopo, Rocca ci ripensa. 

Pro Vita attacca, Rocca fa dietro front

"La decisione (di revocare il patrocinio, ndr) si è resa necessaria e inevitabile a seguito delle affermazioni, dei toni e dei propositi contenuti nel manifesto dell’evento intitolato Queeresistenza, consultabile pubblicamente sul sito della kermesse - si legge in una nota stampa - tali affermazioni violano le condizioni esplicitamente richieste per la concessione del patrocinio precedentemente accordato in buona fede da parte di Regione Lazio". In particolare, "il testo viola le condizioni di rispetto esplicitamente richieste nei confronti delle sensibilità dei cittadini del Lazio e rivendica l’imposizione della legalizzazione di azioni illegali e vietate dall'ordinamento italiano. La firma istituzionale della Regione Lazio non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto". 

Insomma, un patrocinio che secondo Rocca sarebbe stato "strumentalizzato". Inizialmente concesso "in buona fede" e poi tolto quando ci si è accorti che i toni utilizzati erano "eccessivi". "Quanto avvenuto rappresenta un'occasione persa per costruire un dialogo maturo e scevro da ogni ideologia - fortemente voluto e sentito da questa amministrazione - per promuovere una reale inclusione e combattere ogni forma di stigma e discriminazione" ha concluso Rocca. La manifestazione però, va sottolineato, è la stessa da anni, con gli stessi organizzatori a monte e gli stessi contenuti politici, certamente non allineati con le posizioni della destra ultracattolica che ha votato Giorgia Meloni. Difficile che in Regione la nuova giunta non ne conoscesse, almeno a grandi linee, le rivendicazioni. E allora, tra gli addetti ai lavori, nei corridoi della Pisana, c'è chi parla di "leggerezza". Diciamo una svista, che ora a Rocca sta costando pesanti polemiche.

La replica del Roma Pride 

"Siamo ormai alla farsa 'Pro Vita ordina e la politica esegue'. Con l'ironia che ci contraddistingue ringraziamo Pro vita per averci offerto un servizio di ufficio stampa gratuito - commenta Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride - grazie a loro siamo certi che sabato 10 giugno alla grande parata che partirà da Piazza della Repubblica alle ore 15.00 ci sarà una folla oceanica che crede nei diritti, nell'uguaglianza e nella laicità. Per quanto riguarda il Governatore Francesco Rocca, lo rassicuriamo che visto che la Regione Lazio è delle cittadine e dei cittadini, quindi anche nostra e non di un manipolo di talebani cattolici, non toglieremo il logo della Regione Lazio dal nostro sito".

La polemica politica

Alle note ufficiali diffuse dalle parti interessate, si affiancano una lunga serie di dichiarazioni di maggioranza e opposizione. Il centrosinistra ha tuonato allo scandalo. "Rocca sbaglia a togliere il patrocinio al Roma Pride. Il Presidente Rocca rappresenta la Regione Lazio che è di tutte e tutti. Il tema dell'utero in affitto, su cui sono fortemente contrario da sinistra ed ho firmato una petizione pubblica, non c'entra nulla ed è un argomento pretestuoso. Chi rappresenta le istituzioni deve essere il rappresentante di tutti. I diritti vanno difesi e non negati" ha dichiarato il consigliere regionale del Lazio, Alessio D'Amato. "Rocca sceglie di non rappresentare tutti i cittadini ma solo una frangia estrema e minoritaria del suo elettorato, di cui evidentemente è ostaggio. La sua è una decisione che discrimina una parte della cittadinanza e crea tensione sociale. Mi auguro che torni nuovamente sui suoi passi e corregga il gravissimo errore". Così in una nota il deputato del Partito democratico, Roberto Morassut. Di "omofobia di Stato" parla il segretario di Più Europa Riccardo Magi. "Non c'entra nulla l'utero in affitto, non c'entrano nulla i presunti comportamenti illegali cui fa riferimento la giunta". 

Il sindaco Roberto Gualtieri ha poi annunciato via Twitter che sabato sarà in piazza per il Pride, "una manifestazione importante per la comunità #Lgbt+ e per tutti i cittadini che combattano le discriminazioni e sostengono i diritti". "Il diniego del patrocinio rappresenta un gravissimo errore - ha commentato il delegato alle Politiche giovanili del sindaco, Lorenzo Marinone - il comune di Roma sta facendo di tutto per diventare capitale dell'inclusione e dei diritti, sia per il Giubileo ma soprattuto per Expo. Mi auguro che il presidente Rocca faccia al più presto retro front, per tutelare i diritti di tutti e per dare un segnale di civiltà anche per i più giovani". 

Applausi invece dalla destra. "Ha fatto bene il presidente Rocca. Un conto è sostenere il diritto di chiunque a sfilare e a manifestare per le proprie opinioni, diritto che non è minimamente legato a un patrocinio, altro conto è pretendere che le istituzioni condividano queste opinioni" dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia. "Un patrocinio è infatti un'adesione alle idee rappresentate dai promotori di una manifestazione e, sull'utero in affitto, il presidente Rocca e la maggioranza di centrodestra, la pensano in maniera opposta, senza considerare che il gay pride pubblicizza una pratica vietata per legge. Dunque chi chiede tolleranza verso le proprie idee la dimostri verso quelle degli altri". "Sostegno alla propaganda dell'utero in affitto? No, grazie" twitta il leader della Lega Matteo Salvini. "La Regione Lazio revoca il patrocinio al Roma Pride perché pubblicizza una pratica vietata per legge e a sinistra si scatenano, probabilmente perché le leggi non sono abituati a rispettarle" commenta Laura Corrotti, consigliera regionale Fratelli d'Italia e presidente commissione urbanistica e politiche abitative. 

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