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Piazza Navona negata, Gay Pride in alto mare: “Roma come Mosca”

Il presidente dell'Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo: “La decisione della questura porta Roma ad assomigliare sempre più a Mosca, dove ogni anno il Gay Pride viene ostacolato e represso nel sangue”

E' sempre più in alto mare il Roma Pride 2009 che dovrebbe tenersi il prossimo 13 giugno. Un condizionale più che mai d'obbligo visto che ai silenzi della questura sul percorso che hanno chiuso la settimana scorsa, si è sostituito un secco no anche all'ultima proposta del Circolo Mario Mieli, ovvero quello di un percorso che si concludesse a Piazza Navona.

“E' ormai evidente la volontà di impedire lo svolgimento del Gay Pride romano”, attacca Rossella Praitano, portavoce del Circolo Mario Mieli che annuncia un ricorso urgente al Tar. Gli organizzatori si sono detti anche pronti a spostare la data in attesa della sentenza dei giudici. Il diniego di Piazza Navona da parte della questura arriva dopo il rifiuto del patrocinio da parte del Comune di Roma e la mancata concessione di Piazza San Giovanni.

Ieri intanto è partita, organizzata dall'Arcigay Roma, una raccolta firme in sostegno dell'appello indirizzato al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro e alle istituzioni affinché il Gay Pride "possa tenersi in modo regolare e lungo un percorso concreto come è avvenuto ogni anno nella Capitale".

L'iniziativa culminerà sabato prossimo in via di San Giovanni in Laterano per 'Gay Street for Pride' un sit in, una maratona dei diritti e delle libertà a partire dalle ore 22.

"La decisione della questura porta Roma”, ha affermato il presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo, “ad assomigliare sempre più a Mosca, dove ogni anno il Gay Pride viene ostacolato e represso nel sangue e non alle altre grandi e avanzate capitali europee”.

Anche Vladimir Luxuria sposa la tesi del presidente dell'Arcigay romana Fabrizio Marrazzo:  "Roma è come Mosca, Baghdad o Teheran: sono le uniche città con cui si può paragonare la
capitale d'Italia per quello che riguarda le difficoltà e i divieti per realizzare una manifestazione colorata e pacifica come il Gay Pride. Le elezioni europee si avvicinano ma l'
Italia si allontana dalle libertà delle grandi capitali europee".
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