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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Corteo in Campidoglio contro sgomberi e tagli: il 19 marzo 'Roma non si vende'

Dagli spazi sociali ai movimenti per il diritto all'abitare, passando per i dipendenti comunali e le educatrici precarie, i sindacati di base e "i cittadini stanchi di disservizi e speculazione". Appuntamento in piazza Vittorio alle 16

Spazi sociali, movimenti per il diritto all'abitare, educatrici e maestre degli asili e delle scuole comunali ma anche le mamme e i bambini che ne usufruiscono. E ancora. Comitati per l'acqua pubblica, dipendenti del Comune di Roma, sindacati di base e conflittuali e tutti “i cittadini romani che sono stanchi di vivere nella capitale dei disservizi e della speculazione”. È questa la Roma che sabato 19 marzo prenderà parola con un corteo che partirà alle 16 da piazza Vittorio per raggiungere il Campidoglio. Una Roma che ha già animato partecipate assemblee, e che scenderà in piazza per “esprimere con determinazione il rifiuto della gestione commissariale della città e del Documento Unico di Programmazione”. 

Una presa di posizione “autonoma da tutte le formazioni politiche” in un momento in cui si sta scaldando la campagna elettorale, su una città che ormai da qualche mese si ritrova stretta tra la 'tecnica' gestione commissariale del Campidoglio e l'obbedienza al patto di stabilità che lega Roma ad un disegno più ampio. “Un equilibrio che supera le istituzioni democratiche e applica attraverso la gestione prefettizia le ricette decise dal governo Renzi e dall'Europa” si legge nell'appello. 

Nel mirino non poteva che finirci il Dup, il Documento unico di Programmazione, firmato dal prefetto Tronca, che già aveva suscitato accese proteste in relazione all'ipotesi di assegnare ai privati la gestione degli asili nido, iniziando con 17 strutture nel 2016. Gli organizzatori della manifestazione lo definiscono un  “un concetrato di misure”. Si legge nell'appello: “Imposizione di tagli lineari, privatizzazione dei servizi, alienazione del patrimonio pubblico sacrificando sull'altare del debito di Roma Capitale i beni, gli spazi e i servizi pubblici della città”. Un documento “che lascia pochi margini di manovra a chi si candida a governare Roma e poche speranze ai romani sempre più privati di servizi essenziali”.

Inevitabilmente la mobilitazione entrerà a gamba tesa nella campagna elettorale, “per mettere al centro del dibattito cittadino alcuni temi fondamentali”, molti dei quali risultano assenti nella discussione politica. L'emergenza abitativa, con sfratti ormai all'ordine del giorno; gli sgomberi degli spazi sociali “per l'uso comune degli spazi pubblici contro qualsiasi forma di speculazione”; i tagli al welfare; rispetto del  risultato referendario sull'acqua, per impedire la privatizzazione del servizio e il conseguente aumento dei prezzi. 

Nella parte di città che manifesterà per dire 'Roma non si vende' anche i dipendenti capitolini, in primis le precarie degli asili nido e delle scuole comunali che a Roma rappresentano un fronte da 5mila persone che potrebbero perdere il lavoro dopo anni e anni di precariato. Proprio oggi su questi temi in Campidoglio un'assemblea pubblica ha radunato decine di dipendenti capitolini. E infine il debito, che sempre con maggior insistenza sta entrando nella discussione cittadina. Un debito “illegittimo”, scrivono gli organizzatori della manifestazione, “che ingrossa i profitti delle banche e viene utilizzato per peggiorare le condizioni di vita dei cittadini".

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