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Roma Multiservizi, sarà gara a doppio oggetto. Ma in Aula è scontro sulla tutela dei lavoratori

Approvata anche la proroga del servizio

Il futuro di Roma Multiservizi sarà una gara a doppio oggetto. L’Aula Giulio Cesare ha approvato ieri la delibera contenente gli indirizzi per la nuova gara che porterà alla costituzione di una società mista pubblico-privata e all'assegnazione dei servizi di pulizia e ausiliariato dei nidi e delle scuole comunali, di trasporto scolastico, di manutenzione del verde. Il via libera alla maxi-gara da 475 milioni di euro, con la quale si selezionerà il nuovo socio privato della partecipata capitolina, è arrivato nell'ultimo giorno utile per l’approvazione della proroga degli appalti ed evitare così l'interruzione dei servizi, soprattutto in vista della ripresa dell'anno scolastico a settembre. 

Il voto è arrivato al termine di una lunga giornata per i lavori del Consiglio, tra le polemiche dell’opposizione e le proteste dei lavoratori presenti, inserito all’ultimo momento nella maratona di tre giorni per l'approvazione del corposo maxi-emendamento all'assestamento di Bilancio da 151 milioni di euro, destinati in maggior parte alla realizzazione del Ponte dei Congressi. Una vera e propria corsa contro il tempo, nonostante la Giunta Raggi sia al lavoro sul futuro della partecipata al 51 per cento da Ama fin dal suo insediamento.

Una prima delibera era stata approvata dall'esecutivo Raggi nel luglio del 2017 ma ritirata a dicembre in seguito al parere negativo dell'Antitrust. Quella approdata ieri in Aula è la seconda versione alla quale gli uffici dell'assessorato alle Partecipate di Alessandro Gennaro prima e al Bilancio di Gianni Lemmetti poi stanno lavorando da mesi. 

Ad accendere lo scontro tra la maggioranza e le opposizioni, e a riaccendere le proteste dei lavoratori presenti, soprattutto il destino dei 2600 dipendenti. La delibera, così come approvata dalla Giunta Capitolina e poi dalla maggioranza pentastellata, subordina infatti il rispetto delle clausole di salvaguardia occupazionale alle esigenze dell'impresa.

Un punto sul quale le opposizioni hanno tentato una modifica. Prima con la proposta di un ordine del giorno a firma dei capigruppo di centrosinistra che impegna la sindaca e la sua Giunta a "ritenere prioritario l'inserimento nel bando della clausola di salvaguardia", approvato all'unanimità. Poi con un emendamento che avrebbe dato seguito all'impegno andando a modificare direttamente il corpo della delibera. Quest'ultimo però non è stato votato dalla maggioranza a Cinque Stelle, sulla scorta di un precedente legato a un parere dell'Anac. 

Proteste e urla in Aula. "Un tradimento" per i lavoratori presenti in Aula, alle prese con il rinnovo dell'appalto fin dal 2014, quando in Campidoglio c'era Ignazio Marino. "Perché l'allora opposizione ci aveva promesso un'internalizzazione del servizio in Ama". Ipotesi, quest'ultima, inizialmente prospettata anche dall'ex assessora all'Ambiente Paola Muaro ma poi ritirata dall'ex responsabile delle Partecipate, Massimo Colomban.

La giornata si è aperta al terzo appello con l'inserimento d'urgenza in testa all'ordine dei lavori della delibera Multiservizi, proprio per la necessità di arrivare entro il 31 luglio all'approvazione della proroga degli appalti. Un inserimento a 'sorpresa', dopo lo slittamento di giovedì scorso, quando il tentativo di discussione da parte della maggioranza è stato bloccato dalle proteste delle opposizioni in quanto la delibera era approdata presso le commissioni capitoline competenti solo poche ore prima. 

Non solo. A pesare sulla discussione in Aula anche i pareri dell'Organo di revisione economico finanziario e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Il primo ha infatti bocciato la delibera. Il motivo l'ha spiegato in Aula Marco Raponi, componente del collegio dell'Oref: "La costituzione di un ulteriore organismo partecipato, vista la criticità nella gestione di numerose società partecipate di Roma Capitale, ci ha spinto a formulare parere non favorevole alla costituzione di una ennesima società". Per l'Oref infatti ci sarebbero altre società "che potrebbero gestire questi servizi" come l'Ama. Ma la municipalizzata capitolina, ha obiettato il direttore generale del Campidoglio, Franco Giampaoletti, "non ha le capacità operative per gestire un servizio così delicato".

L'Agcom, invece, pur dando un sostanziale via libera al progetto, avanza significative prescrizioni e suggerimenti sottolineando il pericolo, con l'attuale provvedimento, del possibile prefigurarsi scenari di extra-redditività per i privati a fronte di rischi giudicati troppo bassi dall'Agcm.

"La delibera che abbiamo approvato oggi, dopo ore di discussione, contiene tutti gli elementi utili per tutelare i dipendenti dell’azienda" ha affermato a fine giornata il presidente dell'Aula Giulio Cesare, Marcello De Vito. "La salvaguardia e la stabilità dei contratti di lavoro rappresentano una priorità per noi e non abbiamo nessuna intenzione di penalizzare gli operatori della Multiservizi e le loro famiglie con decisioni improvvide. In fase di aggiudicazione della gara, il nostro impegno sarà massimo per trovare ogni soluzione possibile per tutelare tutti e migliorare i servizi al cittadino". 

“Siamo preoccupati per il futuro dei lavoratori” il commento di Serenetta Monti, dell’Usi secondo la quale la gara “non pone abbastanza attenzione alle clausole di salvaguardia per la difesa occupazionale. Non è stato nemmeno inserito l’articolo 50 del codice degli appalti senza il quale il percorso per tale riconoscimento è molto più complicato”. L’organizzazione sindacale, ha poi fatto sapere Monti, “sta valutando di avanzare una denuncia alla Corte dei Conti. Il parere dell’Oref è chiaro, la strada intrapresa non è quella più economica per la città”. 

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