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Senza un piano e con i conti bloccati: Roma Metropolitane sull'orlo del baratro

Dopo il pignoramento da 10 milioni di euro i conti sono bloccati e dal Campidoglio tardano ad arrivare indicazioni per il futuro. Sempre più alta la tensione tra i lavoratori: "A rischio stipendi di febbraio"

Con un futuro incerto e un pignoramento da 10 milioni di euro che ne ha bloccato i conti, Roma Metropolitane è sempre più sull'orlo di un baratro. Dopo la protesta di venerdì scorso, che si è spinta fino all'occupazione del cantiere di San Giovanni, i 160 dipendenti della società creata ad hoc per fare da stazione appaltante per conto del Campidoglio per i lavori del sistema metropolitano cittadino hanno indetto una serie di giornate di sciopero.

Si parte domani, per l'intero turno di lavoro, quando, mentre le rsa aziendali e i referenti sindacali regionali dovrebbero incontrare l'amministratore unico Pasquale Cialdini, voluto da Virginia Raggi al posto di Paolo Omodeo Salè, i dipendenti faranno sentire la propria voce con un sit-in fuori dalla sede di via Tuscolana 171. Braccia incrociate anche lunedì 27 e martedì 28 febbraio. 

In particolare, i fari sono puntati su lunedì prossimo, quando è in programma l'assemblea dei soci. L'attesa è tutta per le indicazioni del 'socio' Roma Capitale, titolare dell'intero capitale sociale dell'azienda. I fronti aperti e i problemi all'ordine del giorno sono tanti. A partire dal pignoramento da 10 milioni di euro che ha bloccato i conti mettendo a rischio gli stipendi dei dipendenti e le stesse attività della società, scattato dopo che la municipalizzata ha perso una causa nei confronti del gruppo di costruzioni Salini Impregilo in merito ai lavori della linea B1 della metropolitana. 

Per martedì (ieri) i sindacati attendevano una delibera di Giunta per mettere sul piatto i milioni di euro necessari a sbloccare i conti ma il provvedimento non è ancora pronto. Per ora, senza alcuna certezza sui tempi. Gli uffici dell'assessorato al Bilancio di Giuseppe Mazzillo stanno cercando di capire quale strumento contabile mettere in campo. Risposte si aspettano anche, e soprattutto, dall'assessore alle Partecipate, Massimo Colomban, che ha tra le mani uno dei dossier più scottanti dell'attuale amministrazione: il piano di riordino delle partecipate.

Da Roma Metropolitane attendono indicazioni. Colomban ha affermato chiaramente che non ha intenzione di liquidare la società, segnando una svolta rispetto a quanto annunciato dalla sindaca Virginia Raggi (e votato con una mozione d'Aula) che all'inizio di novembre comunicò di non avere intenzione di ricapitalizzare la municipalizzata, senza escludere la liquidazione. Ma un piano alternativo dal Campidoglio non è ancora arrivato. E la missione di Pasquale Cialdini, ex dirigente del Ministero dei Trasporti, è a dir poco rallentata. Per un'azienda che, usando le parole della sindaca, "ha continuato a generare perdite" negli anni e non ha ancora approvato i bilanci 2015-2016, questa situazione potrebbe mettere in crisi tutto il sistema di realizzazione delle infrastrutture capitoline, a partire dalla metro C. 

I lavoratori temono per i loro futuro. "L’azione di lotta è stata decisa a causa del protrarsi dello stato di incertezza in cui versa la società" spiegano le rappresentanze sindacali aziendali nella nota che annuncia gli scioperi. "Tale situazione mette in discussione la regolare esecuzione delle attività svolte dai lavoratori, tra cui quelle di stazione appaltante, progettazione delle opere, direzione dei lavori, alta sorveglianza, collaudi, sicurezza e, permanendo il pignoramento dei conti della società, compromette il pagamento dei prossimi stipendi dei lavoratori". A partire da quelli di febbraio. 

Tre le richieste avanzate agli assessori di riferimento Colomban (Partecipate), Mazzillo (Blancio), Meleo (Mobilità) l'assunzione "immediata" delle "determinazioni necessarie allo sblocco dei conti bancari"; la formalizzazione delle "modalità volte a consentire l’approvazione dei bilanci 2015 e 2016, indispensabile per scongiurare l’immediato fallimento della società"; la definizione "di un piano industriale che assicuri la continuità lavorativa e professionale del personale impiegato, nell’ottica di un auspicato rilancio dello sviluppo delle reti di trasporto pubblico". Con una precisazione: le "azioni di protesta saranno reiterate qualora il socio unico Roma Capitale non provveda" a dare seguito a queste richieste chiedendo l'attivazione di "un tavolo permanente di controllo". 

"Con i conti bloccati, situazione che di fatto sta paralizzando l'azienda, gli stipendi di febbraio sono a rischio" dichiara Pierluigi Talamo, segretario generale della Uil di Roma e del Lazio. "Lunedì abbiamo inviato una nota al sindaco Raggi e all'assessore Colomban con il quale abbiamo richiesto un intervento immediato da parte del Comune per far fronte a questa situazione. Ma ad oggi non siamo ancora stati convocati". 

Intanto ieri l'Assemblea capitolina ha bocciato con 27 astenuti della maggioranza del M5S e 11 favorevoli la mozione presentata da Stefano Fassina di Sinistra x Roma che prevedeva un impegno per sindaca e Giunta a definire "le iniziative da intraprendere nei confronti della società Roma Metropolitane e per la salvaguardia professionale e occupazionale dei dipendenti". Ha commentato Fassina: "I lavoratori sono stati messi sul banco degli imputati rispetto a responsabilità che invece attengono alla politica". Enrico Stefàno spiega la posizione della maggioranza: "Il M5S si asterrà. I temi e gli aspetti menzionati nella mozione sono già all'attenzione della commissione Mobilità. Abbiamo già manifestato l'intenzione di salvaguardare i lavoratori di Roma Metropolitane".

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