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Esplode il caso Roma Metropolitane: le opposizioni chiedono la testa di Improta

Una lettera del collegio dei sindaci dell'azienda, resa nota oggi da Repubblica, getta delle ombre sulla gestione degli ultimi due mesi

Una bomba interna a Roma Metropolitane che rischia di avere conseguenze anche sul sindaco Ignazio Marino e sull'assessore mobilità Guido Improta. A farla scoppiare è un articolo di Repubblica a firma di Daniele Autieri. Il pezzo racconta della lettera firmata dal presidente del collegio dei sindaci di Roma Metropolitane, il professor Simplicio Giovanni Di Caterino, in cui si denuncia la gestione e lo sperpero di denaro relativamente alle vicende più importanti degli ultimi mesi. Si va dalla pedonalizzazione alla chiusura dei cantieri della Metro C, fino alle consulenze eccellenti.

Una denuncia che pone problemi quali il mancato rispetto di regole o sprechi di risorse da parte della società presieduta da Massimo Palombi. E proprio Palombi e il consiglio d'amministrazione sarebbero l'obiettivo di questa lettera. Infatti il collegio sindacale "chiede al Campidoglio la convocazione d'urgenza dell'assemblea dei soci e l'adozione di azioni di responsabilità nei confronti dell'attuale consiglio di amministrazione". In sostanza la 'bomba' potrebbe far saltare il Cda.

LA CHIUSURA DELLA METRO C - Il primo problema posto dalla lettera è quello relativo alla chiusura della Metro C. A fermare i cantieri è stato il mancato pagamento dei 230 milioni da parte del Comune di Roma. Secondo il collegio questa scelta è stata presa dietro le pressioni dell'assessore alla Mobilità Guido Improta. Una scelta che lo stesso collegio segnala come illegittima perché contraddice la delibera 127/2012 del Cipe sottoscritta dal ministero delle Infrastrutture.

DUE DILIGENCE - Oltre al blocco del pagamento Improta ha chiesto anche una due dilingence. Tale lavoro è stato assegnato con un incarico di consulenza ad uno studio legale che, a fronte di 20.000 euro "ad oggi  -  commenta il collegio  -  non ha ancora prodotto alcun documento, parere o approfondimento scritto".

PEDONALIZZAZIONE - Nella lettera si torna poi a parlare dello spostamento di soldi dai lavori della linea C alla pedonalizzazione. "Il direttore Napoli  -  si legge nel documento inviato a Marino  -  ha spesato la pedonalizzazione con le somme stanziate nell'ambito del quadro economico della linea C", quindi con soldi pubblici per la realizzazione di un'opera infrastrutturale. Tutto ciò  -  dice il collegio  -  in contrasto con le nome nazionali e comunitarie".

INCARICHI - Nel mirino anche due incarichi e i relativi esborsi. Si tratta dell'assegnazione della presidenza della commissione di collaudo della metro C all'ex vice capo di gabinetto di Alemanno e quello di componente delle commissioni di accordo bonario della linea B1.

LA POLEMICA - La lettera ha scatenato le forze polemiche l'una contro l'altra. Se da un lato il centrosinistra, con le dichiarazioni di Miccoli, Valeriani e Palumbo, punta l'indice contro la gestione Alemanno, il centrodestra, con Santori e Belviso,  chiedono le dimissioni di Improta.

BELVISO -  "Il quadro che emerge sulla gestione di Roma metropolitane, secondo quanto evidenziato oggi da Repubblica, conferma e purtroppo aggrava sensibilmente quanto da noi già a suo tempo segnalato, ad esempio con il dirottamento di fondi della metro C per la finta pedonalizzazione dei Fori, tematica oggetto di un nostro esposto alla Corte dei conti. Si aggiungono storie di sperperi e favori, oltre a problemi giuridici gravissimi originati dalla decisione di non versare i 230 milioni alle ditte costruttrici delle metropolitana, ignorando una esplicita delibera del Cipe sottoscritta dal ministero delle Infrastrutture. La relazione del collegio dei sindaci inviata a Ignazio Marino costituisce un atto di coraggio civile, e rappresenta un quadro accusatorio devastante dal quale emergerebbe una pressione indebita sui vertici dell'azienda da parte di alcuni rappresentati delle Istituzioni. Il primo atto di buon senso in questa storia di presunto malaffare, dovrebbero essere le dimissioni dell'assessore alla Mobilità Improta che con le sue pressioni ha indotto gli amministratori a compiere atti gravissimi, dei quali il sindaco Marino era a conoscenza, e per i quali saranno chiamati molto probabilmente a pagare con pesanti azioni di responsabilità. Un pasticcio incredibile, una storia di abusi e di illiceità, sulla quale sarebbe bene che facesse luce, oltre la Corte dei Conti, anche la Procura della Repubblica".

SANTORI - "Sulla metro C se il sindaco Marino vuole vederci chiaro, noi ci avevamo già visto del marcio. E a quanto pare con grande professionalità e coraggio i sindaci di Roma Metropolitane lo hanno denunciato pubblicamente e con inoppugnabile cognizione di causa. Utilizzo improprio dei fondi destinati alle infrastrutture, nomine dubbie e oltre lo sperpero, blocco dei cantieri: penso che basti, dopo pochi giorni di lavoro, a chiedere all'assessore alla mobilità Improta di farsi da parte, soprattutto alla luce delle accuse mossegli nell'aver orchestrato indebite pressioni. Il Collegio sindacale - aggiunge - effettua nel suo ruolo un controllo di legalità perché i sindaci verifichino il rispetto della legge e dello statuto e possono impugnare dinanzi al tribunale le delibere non conformi alla legge e allo statuto, fino ad arrivare a denunciare al tribunale eventuali irregolarità riscontrate nella gestione Credo che quanto denunciato oggi rispecchi ampiamente il ruolo assegnato a un Collegio Sindacale e che tale lavoro sia stato ineccepibile. Ora a fare chiarezza devono essere i vertici di Roma Metropolitane e il sindaco Marino di fronte ai romani. E ora anche di fronte alla legge".

MICCOLI - "Roma Metropolitane in nove anni è riuscita ad aprire solo tre stazioni della metropolitana, quelle della linea B1, dove fra l'altro si sono verificati disagi al limite del comico. Durante il governo Alemanno, con il vecchio management guidato dall'amministratore delegato Federico Bortoli, si sono registrati considerevoli aumenti riguardo la metro C. Ecco, è su queste vicende che noi chiediamo chiarezza. Comunque è evidente come l'intera dirigenza di Roma Metropolitane, soprattutto quella che è stata in carica durante la gestione Alemanno, abbia completamente fallito il compito di realizzare una nuova struttura di rete metropolitane nella Capitale".

VALERIANI - PALUMBO - "Ben vengano i chiarimenti su quanto avvenuto in questi ultimi due mesi della gestione di Roma Metropolitane. Ma è ancora più importante fare luce sugli ultimi cinque anni dell'amministrazione della società, quando, sia per la Metro C che per la B1 si sono registrati forti aumenti dei costi, ritardi e gravi inconvenienti tecnici".

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