L’eterna crisi di Roma Metropolitane, ora la situazione è "gravissima”: 137 lavoratori in cassa integrazione
Il liquidatore ha convocato i sindacati per discutere della “crisi aziendale” accentuata dal mancato rinnovo da parte del Comune del contratto di servizio scaduto sei mesi fa
In prospettiva l’ipotesi di fusione con Roma Servizi per la Mobilità per attuare quella mancata razionalizzazione delle partecipate che aveva indotto la Corte dei Conti a “bocciare” l’operato del Campidoglio sulla gestione delle sue società, nell’immediato la crisi mai risolta che getta Roma Metropolitane nell’ennesimo periodo di incertezza. E’ crisi profonda per l’azienda che si occupa della progettazione e della realizzazione delle linee metropolitane della Capitale.
La crisi eterna di Roma Metropolitane: 137 lavoratori in cassa integrazione
La società è in liquidazione, la magistratura contabile ha evidenziato una “impropria commistione nei rapporti finanziari e contabili” con il sistematico “concorso finanziario” del Comune: la conclusione è che i bilanci del triennio 2016-2018, approvati solo nel 2021, risultano “inattendibili”.
In più il contratto di servizio che Roma Capitale aveva con l’azienda è scaduto il 31 dicembre scorso e non è mai stato rinnovato, c’è la mancanza di liquidità che pesa sugli stipendi dei dipendenti già in cassa integrazione nei mesi di febbraio, marzo ed aprile scorsi.
Il futuro potrebbe essere ancora più difficile. Il liquidatore Andrea Mazzotto ha convocato i sindacati per l’attivazione del Fondo di Integrazione Salariale: 137 i lavoratori coinvolti, tecnici e staff esclusi i dirigenti. 26 settimane di riduzione o sospensione degli stipendi.
Roma Metropolitane: "Situazione gravissima"
La causale della convocazione è la “crisi aziendale”, una “situazione gravissima - scrive il liquidatore ai sindacati - alla quale deve aggiungersi il mancato rinnovo del contratto di servizio da parte di Roma Capitale e quindi il venir meno della fonte di affidamento di attività diverse da quelle connesse alla realizzazione della tratta T3 della linea C, disciplinate dalla Convenzione con il Comune di Roma, tutt’ora vigente”.
Condizioni che rischiano di precipitare vertiginosamente. “Roma Metropolitane è in liquidazione e da parte degli assessorati competenti erano state espresse parole di sostegno all'avvio del percorso di ritorno 'in bonis' dell'azienda, mediante il quale sarebbe possibile procedere al rinnovo del contratto di servizio ma, nonostante anche l'Assemblea capitolina si fosse espressa più volte a favore di questo processo e della sua messa in opera in tempi strettissimi, lo stesso è rimasto allo stato di 'buona intenzione' e anzi, grazie all'annuncio della Giunta di effettuare una fusione di Roma Metropolitane in Roma Servizi per la Mobilità, pare sia stata abbandonata la strada del risanamento ed impresso così l'ennesimo giro di volta alle vicende dell'azienda, il tutto naturalmente senza la convocazione di una tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali, pratica ormai consolidata di questa Amministrazione" - la posizione dei sindacati.
“Tutto questo è inaccettabile” - tuonano i segretari regionali di Filt Cgil e Fit Cisl, Daniele Fuligni e Luigi Benedetti, insieme alle Rsa Luigi Venturini e Vincenzo Ceravolo, che chiedono al Comune ina ferma assunzione di responsabilità “convocando immediatamente un tavolo sindacale e mettendo in campo ogni azione necessaria ad evitare l'ennesimo sacrificio delle lavoratrici e dei lavoratori per una situazione di cui non sono responsabili ma che, al contrario continuano a subire insieme alla perdita di professionalità e competenze necessarie allo sviluppo e al funzionamento di Roma Metropolitane”.
Il Pd attacca il Campidoglio: "Ha distrutto professionalità"
"Distruggere, come è accaduto in questi cinque anni, una risorsa della città con elevate professionalità è una responsabilità gravissima dell'attuale amministrazione Raggi” - hanno protestato il capogruppo del Pd capitolino, Giulio Pelonzi, e la consigliera dem Ilaria Piccolo, vice-presidente della Commissione Mobilità, chiedendo una seduta straordinaria dell’Assemblea Capitolina.
“Non è a rischio solo il futuro di 150 lavoratori - sottolineano Pelonzi e Piccolo - ma è a rischio la credibilità stessa della città che è chiamata a dare seguito al PNRR che proprio oggi riceverà l'approvazione con la visita a Roma della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Manutenzioni della rete e ammodernamento delle linee A e B da emergenze debbono diventare priorità. La società Roma Metropolitane - hanno proseguito Pelonzi e Piccolo - anziché essere potenziata e valorizzata, in questi anni è stata letteralmente azzoppata, con i continui cambi gestionali e penalizzata economicamente con il blocco dei bilanci e la paralisi finanziaria”. La crisi di Roma Metropolitane pesa anche sulla realizzazione dei progetti già finanziati o inseriti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): soprattutto la Metro C.
"Siamo molto preoccupati - aggiunge Pelonzi - per la situazione occupazionale dei lavoratori di Roma Metropolitane, che trova molte similitudini con dei dipendenti di Roma Multiservizi o Farmacap ed altre situazioni in cui da mesi proseguono le agitazioni sindacali contro l'immobilismo istituzionale del Campidoglio. Sulle crisi aziendali è allarmante soprattutto l'incapacità fin qui mostrata dell'Amministrazione di affrontare e risolvere le tante precarietà accumulate”.
Per Roma Metropolitane chiesto il sostegno finanziario di Roma Capitale, a cominciare dalla sottoscrizione del tanto atteso nuovo contratto di servizio, “un primo passo per approdare ad un progetto di rilancio della società”. “Raggi e la Giunta - attaccano Pelonzi e Piccolo - sono ormai paralizzati e terrorizzati dal prendere ogni tipo di decisione idonea a salvare un patrimonio di competenze importantissimo per il futuro della città e che va oltre gli schieramenti politici". Intanto per il 1 luglio i sindacati hanno annunciato una manifestazione, l’ennesima per salvare Roma Metropolitane.