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Malagrotta, meno tre alla chiusura. Marino: "Roma come Napoli? Assolutamente no"

Si moltiplicano le segnalazioni di cassonetti strabordati di immondizia. Ieri l'attacco di Brunetta. Oggi il sindaco si difende e Cerroni: "Resta il nodo delle 700 tonnellate"

Roma non finirà come Napoli. Parola di Ignazio Marino. A tre giorni dalla chiusura di Malagrotta e dall'inizio dell'invio dei rifiuti in Piemonte ed Emilia Romagna, il sindaco oggi ha rassicurato sulla situazione dei rifiuti. In questi giorni infatti si moltiplicano le segnalazioni da parte dei cittadini che denunciano immondizia non raccolta e cassonetti strabordanti. La paura, insomma, è di finire come Napoli. Ecco perché, scegliendo i microfoni di radio Capital, il primo cittadino ha voluto allontanare lo spettro dell'emergenza. Nel pomeriggio poi l'incontro con Cerroni. Tre ore d'incontro ed un Cerroni che in maniera sibillina afferma: "Malagrotta chiuderà? Vedremo nelle prossime 24 - 48 ore. Pazientemente, sindaco, cerca di coordinare le cose per fare in modo che Roma non vada in emergenza".

IL SINDACO - "Roma come Napoli? Assolutamente no", ha detto secco il sindaco. "Durante il mese di agosto - spiega il primo cittadino ai microfoni di Radio Capital - ho avviato tutte le procedure per avere la possibilità di destinare temporaneamente i rifiuti della nostra città in altre regioni dove questi vengono utilizzati come un'opportunità per creare energia. Abbiamo avviato anche uno studio molto accurato per una soluzione definitiva che guardi ai rifiuti come un'opportunità e non come un'emergenza. Purtroppo negli ultimi anni il tema rifiuti è stato drammaticamente affrontato come un'emergenza da persone che non avevano a cuore il bene della città. Io voglio guardare a soluzioni per il 2030 e 2040 quando io non sarò più sindaco da alcuni decenni".

IERI BRUNETTA - Lo spettro Napoli era stato in qualche modo prefigurato dal capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta che ieri attaccava: "Navigando in rete e raccogliendo le tante istanze a non cedere di un passo nella mia richiesta di trasparenza sull’ipotesi di trasferire Malagrotta alla Falcognana ho l’impressione che si vadano moltiplicando in questi ultimi giorni le segnalazioni su possibili disservizi nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti urbani. Nelle zone di periferia come nel centro storico la raccolta dei rifiuti sembra rallentare o andare a singhiozzo o appare compromesso lo sforzo di raccolta differenziata. I cassonetti sono pieni, i camion non passano, i contenitori della frazione organica spesso sono usati anche per il rifiuto indifferenziato, i controlli sono carenti, i cercatori di ferro che frugano sempre più numerosi. Sono solo alcuni esempi dei messaggi che la città sta mandando ai suoi amministratori e, in primo luogo, al commissario per l’emergenza dei rifiuti Sottile".

INCONTRO CON IL COLARI - Che comunque dal 1 ottobre delle difficoltà possano esserci è evidente dal comunicato del Campidoglio in cui si relaziona dell'incontro con il Co.la.ri. "A seguito dell'incontro di questo pomeriggio con il presidente della Co.la.ri. è emerso in modo evidente che il consorzio in questione non si è ancora attrezzato per il conferimento dei rifiuti trattati al di fuori Malagrotta. Dal primo ottobre, dunque, Ama procederà al conferimento dei rifiuti al di fuori dei confini cittadini attraverso le aziende già individuate con bando pubblico. Co.la.ri è stata sollecitata ad attrezzarsi per fare altrettanto. In attesa che il consorzio ottemperi a questa richiesta, e per garantire la chiusura della discarica di Malagrotta, l’amministrazione capitolina ha avviato le verifiche necessarie a consentire ad Ama di affiancare la stessa Co.la.ri negli adempimenti di sua competenza circa il conferimento degli scarti in altri siti".

CERRONI - L'avvocato e patron di Malagrotta, Manlio Cerroni al termine dell'incontro ha parlato della possibile emergenza: "Stiamo valutando la situazione migliore per dare collocazione ai rifiuti di Roma e non andare in emergenza", il problema sono le 700 tonnellate di rifiuti in eccedenza "e si sta vedendo cosa fare". "É un evento storico - ha spiegato l'avvocato - ma non sono dispiaciuto, anzi, io non vedo l'ora che si chiuda e si faccia un camping e il bosco, trovando soluzioni alternative ai rifiuti". Tuttavia, "qualunque cosa io dica, in questo momento potrebbe non corrispondere a quanto accadrà. Diamoci queste 24-48 ore di tempo per pensare", ha continuato. "Pazientemente, sindaco, cerca di coordinare le cose per fare in modo che Roma non vada in emergenza", ha concluso Cerroni.

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