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Roma meglio di Mikonos, parola di Imma Battaglia: "La città puo' essere leader del turismo gay"

Il consigliere di Sel: "Bisogna pensare a campagne di comunicazione specifiche, partecipare alle fiere del turismo, decidere un piano di investimenti con pacchetti selezionati in base alle esigenze"

AGENZIA DIRE - Monumenti, spiagge e divertimento 'arcobalenò. In altre parole, Roma come Mykonos. Anzi, meglio. A patto però di organizzare e "mettere a sistema" trasporti, servizi e offerte personalizzate per omosessuali e transessuali, ovvero una larghissima 'fetta di mercatò che potrebbe rendere ancora più grande l'attrattiva turistica di Roma. Perchè "sono tantissimi i gay disposti a spendere tanto ma che non conoscono, e nessuno le fa conoscere, le tantissime potenzialità della Capitale.

Lo spiega bene Imma Battaglia, consigliere Sel in Campidoglio, secondo la quale "la città deve puntare sul turismo gay, che potrebbe incidere per il 2% sulle entrate del settore. Dobbiamo far capire ai turisti che qui possono contare su quello che cercano e che per mancanza di campagne di informazione specifiche non sanno di poter trovare: cultura, divertimento, svago, mare, shopping, buon cibo". Tutto rigorosamente gay-friendly, ovviamente, come insegnano la Gay street e il tradizionale appuntamento estivo del Gay village.

"La comunità omosessuale”, aggiunge Battaglia all'agenzia Dire, “si muove per il mondo con schemi precisi, usando una rete di comunicazione 'interna' che si basa su criteri specifici come accoglienza, sicurezza, intrattenimento. Roma ha tutte le caratteristiche per essere una città leader nel turismo gay, al pari di Londra, Berlino, Barcellona e che possa competere in estate con Ibiza e Mykonos, visto che c'è una spiaggia lunghissima e pochi lo sanno". Ma il passaparola non può e non deve funzionare più. Accanto allo scambio di informazioni va previsto un canale istituzionale che veda in prima fila il Comune.

"Roma è matura". E un percorso è già stato avviato lo scorso maggio con la Settimana rainbow, durante cui per la prima volta in piazza del Campidoglio è stata esposta una bandiera arcobaleno, e con la tre giorni dell'Expo turismo gay patrocinata dal Comune. Ma "bisogna pensare a campagne di comunicazione specifiche, partecipare alle fiere del turismo, decidere un piano di investimenti con pacchetti selezionati in base alle esigenze".

D'altronde i numeri del turismo gay parlano chiaro. I vacanzieri lgbt pesano dal 7% al 10% sul totale, con una soggiorno medio di almeno una settimana. In sostanza, spendono di più e più a lungo. Dati forniti per la prima volta nell'autunno scorso dalla ricerca Gfk Eurisko, secondo cui il giro d'affari generato in Italia è pari a 2,5 miliardi di euro all'anno (nel mondo 165 miliardi di dollari). E va sottolineato che la maggior parte dei turisti punta su cultura e arte (62%) e vuole conoscere usi e costumi del luogo in cui si reca (67%), preferendo una struttura ricettiva gay friendly nel 39% dei casi.

L'impatto su Roma sarebbe "elevatissimo", sottolinea Battaglia, che rilancia: "Farò presto una presentazione in Campidoglio con dati ufficiali sul settore e sul suo potenziale sviluppo, per far capire a quanti turisti sta rinunciando la nostra città. Senza contare che con il via libera alle unioni civili, e magari ai matrimoni gay, si aprirebbe un altro fronte". A quel punto, l'idea di Battaglia è quella di presentare una mozione che preveda "un approccio sistemico di accoglienza, informazioni da distruibuire nei pit e nei luoghi istituzionali, oltre a una strategia che veda Roma protagonista nelle fiere internazionali del turismo e in collaborazione con Aitgl e Iglta, le reti italiana e mondiale per i viaggi gay-friendly. Bisogna cambiare l'approccio- conclude Battaglia- perchè adesso gli italiani vanno tutti all'estero e qui a Roma non viene quasi nessuno". (FONTE AGENZIA DIRE)

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