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Roma Capitale: stop della Lega Nord, si spera nel nuovo Governo

Stop della Lega Nord in Consiglio dei Ministri ai decreti attuativi di Roma Capitale, lo ha dichiarato pubblicamente il sindaco Gianni Alemanno. Ora si spera che il nuovo Governo possa approvare i decreti entro il 21 novembre

La nascita ufficiale di Roma Capitale sembra subire un durissimo stop: non sono stati presentati i decreti attuativi nei tempi prefissati dalla legge, per uno stop del ministro Calderoli in Consiglio dei Ministri. La Regione Lazio da parte sua ha già fornito il suo parere favorevole, ma ormai le speranze ormai sono tutte riposte nel nuovo governo che vedrà la luce nelle prossime ore.

Il sindaco Gianni Alemanno da parte sua ha ammesso pubblicamente in una nota di stampa le responsabilità delle Lega Nord nei ritardi sulla nascita ufficiale di Roma Capitale: "Il ministro Calderoli della Lega Nord, si è rifiutato di presentare il Decreto in Consiglio dei Ministri. Ancora una volta, la Lega Nord ha provato a sabotare gli interessi della nostra Città con pretesti di bassissimo profilo - dice il primo cittadino -  Ormai, soltanto il prossimo Governo  potrà adempiere a questo atto formale in tempo utile prima del 21 novembre, data di scadenza per l'approvazione in prima lettura del decreto legislativo. Siamo sicuri che la necessità di dare una diversa governance alla nostra città riuscirà a trovare pieno riconoscimento a prescindere dalla formula politica con cui sarà costituito il nuovo Esecutivo".

Le opposizioni da parte loro hanno subito reagito alle dichiarazioni di Alemanno e in modo particolare le dichiarazioni del segretario del PD di Roma Marco Miccoli non si sono fatte aspettare: "La mancata approvazione del secondo decreto su Roma Capitale è l'ulteriore certificazione del fallimento epocale di Alemanno e della destra al Governo. Tre anni buttati in chiacchiere e spot  quando la destra aveva tutto in mano e poteva tranquillamente approvare la devoluzione dei poteri verso Roma Capitale. Non l'hanno fatto perché sono incapaci, inconcludenti e in lite su tutto. Per Roma un'altra brutta pagina, l'ennesima, da quando Alemanno e la destra governano il Paese e il Comune".
Francesco Giro, il sottosegretario ai Beni Culturali del governo dimissionario, fa appello ai parlamentari del Lazio per far sì che il nuovo esecutivo possa prendersi in carico lo stand by di Roma Capitale: "Se il nuovo governo vedrà la luce credo sia importante che i deputati e i senatori del Lazio lavorino affinché nel programma vi sia il formale impegno ad attuare la delega assegnata al governo da un voto del parlamento sui poteri di Roma capitale".

In fin dei conti il testo del decreto e già pronto ed è necessario per attribuire a Roma Capitale nuove competenze e funzioni nei settori della valorizzazione dei beni culturali, il commercio, le attività produttive, il turismo, la protezione civile e altri settori dove ci sarà una ripartizione tra Regione e Capitale.

Intanto sintomo dei rapporti ormai deteriorati tra gli ex alleati del Governo Berlusconi è arrivata anche la dichiarazione del  presidente della Commissione per le Riforme Istituzionali per Roma Capitale Francesco Smedile che ha criticato aspramente la Lega Nord: "E' chiarissimo che Lega - conclude - ha tenuto la maggioranza di centrodestra sotto ricatto ed ha utilizzato Roma Capitale come merce di scambio soltanto per ottenere i propri vantaggi con il federalismo".

Sullo stesso filone il  capogruppo Pdl in Campidoglio Luca Gramazio: "In un momento in cui era richiesto il superamento di particolarismi e interessi di parte, il ministro Calderoli non ha perso l'ultima occasione per dimostrare i propri limiti".

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