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Roma Capitale, Di Stefano: "Della sua costruzione non rimarranno neanche le macerie"

Il consigliere regionale Marco Di Stefano afferma che il fallimento della riforma su Roma Capitale è evidente

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

“Che i tempi per l’adozione del secondo decreto su Roma Capitale si stessero facendo stretti e il cammino arduo è un dato evidente ormai da tempo e non serviva certo arrivare a inizio novembre per rendersene conto e, difatti, già ai primi di settembre avevo lanciato l’allarme, chiedendo pubblicamente al sindaco Alemanno se per caso si ricordasse che erano in scadenza i termini per il provvedimento che dovrebbe dare a Roma Capitale competenze concrete e funzioni chiare”. Lo afferma il consigliere regionale Marco Di Stefano.

“Il tempo è passato, in Consiglio regionale abbiamo fatto la nostra parte e alla fine si è arrivati, il 20 ottobre scorso, alla firma del protocollo d’intesa Regione Lazio – Comune di Roma che sgombrava il campo da ogni possibile equivoco sulla via dell’adozione del decreto. Ma a oggi siamo a zero, e a poco valgono le affermazioni di Alemanno, che afferma ancora oggi che i tempi per l’adozione ci sono ancora; non è vero, e il sindaco lo sa bene: non ci riuscirebbe un Governo normale, figuriamoci l’ectoplasma moribondo che proprio oggi pomeriggio ha mostrato di non aver più i numeri per andare avanti”.

“Resta che dell’ambiziosa costruzione di Roma Capitale - prosegue Di Stefano - rischiano di non rimanere neanche le macerie, visto che sembra sempre più probabile che non si costruisca nulla. Ormai il fallimento della riforma è imminente, soprattutto per l’insipienza e per la sorda resistenza del Governo, ostaggio della Lega fino alla fine".

“Detto questo, ribadisco anche adesso che, a mio vedere, la Regione deve tornare a fare il suo mestiere, cioè legiferare per favorire la crescita del nostro territorio, smettendo di amministrare. Le funzioni amministrative possiamo, se c’è la volontà politica, darle a tutti i Comuni del nostro territorio; Roma compresa, quindi. Se vogliamo, la devoluzione si può sempre fare, indipendentemente da questo Governo morente”.

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