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Tensioni in via Amarilli, dopo due giorni Marino si schiera con i vigili e attacca i rom

"Nessuno si può permettere di alzare le mani o minacciare un membro della polizia locale della nostra città" ha dichiarato il sindaco Marino. Ieri in serata il fermo di uno dei rom arrestato a seguito dei tafferugli

I pm attendono l'informativa dei vigili urbani, per decidere se aprire un'inchiesta e accertare eventuali illeciti. Intanto, sulle tensioni con i rom andate in scena martedì davanti al centro di raccolta di via Amarilli, si è espresso duramente il sindaco Marino, condannando un'illegalità "che non può più essere tollerata".   

"Nessuno si può permettere di alzare le mani o minacciare un membro della polizia locale della nostra città" ha dichiarato il primo cittadino ai microfoni di Radio Radio. "Questo non è tollerabile e non è accettato da me e non sarà tollerato". Cosa è accaduto davanti al centro?

Gli agenti del gruppo Spe, guidati dal Comandante Antonio Di Maggio, raccontano di essere intervenuti contro i rom, in strada dopo l'incendio all'interno della struttura, a seguito di comportamenti violenti tenuti dagli stessi, che si sarebbero rivoltati con bastoni e scope nel tentativo di riprendere possesso degli alloggi. 

Da qui la difesa messa in atto dagli agenti, che hanno spruzzato lo spray al peperocino, finito negli occhi di una ragazzina. Uno dei poliziotti in azione ha poi estratto una pistola, come documentato da un video diffuso sul web, gesto sul quale ha riferito il Comandante del Corpo, Raffaele Clemente. "L’arma non è stata né puntata, né ostentata e né tantomeno usata, come falsamente riportato da alcuni". Se il poliziotto l'ha estratta "è solo per evitare che gli venisse presa da qualcuno". Sempre ieri sera la convalida da parte del giudice del fermo dell'uomo bloccato da alcuni agenti a seguito dei tafferugli.

VIDEO---> "In strada da tre giorni con 8 figli, e sono cittadina italiana"

ANCORA IN STRADA - Intanto le famiglie rom, che hanno negato da subito atteggiamenti violenti nei confronti dei poliziotti, sono ancora in via Amarilli, in attesa di una sistemazione. L'alloggio alternativo, ma con divisione dei nuclei familiari, offerta in prima istanza dagli uffici di viale Manzoni, è stato rifiutato. Ieri sembrava che la struttura fosse in realtà tornata agibile, ma ancora uomini, donne e bambini, dormono in strada. Da quattro giorni.  

L'APPELLO - A lanciare l'allarme non sono solo le associazioni per i diritti di Rom, Sinti e Caminanti. Anche Unione Inquilini si è mossa per le famiglie rimaste senza un tetto. "Riteniamo importante che le famiglie non vengano divise e contestualmente sia verificata la possibilità per le stesse di autoristrutturare l’immobile danneggiato - ha dichiarato Rudy Colongo, del direttivo - infatti tra quelle ora sfollate dall’immobile di via Amarilli vi sono molti elettricisti e operai.

Rivolgiamo un appello al Comune di Roma affinché in alternativa sia individuato un immobile -da utilizzare temporaneamente – tra i molti che detiene non utilizzati –  per portare le famiglie in un posto più riparato, fino alla ricollocazione nella struttura recuperata di via Amarilli. Si chiede, altresì, che il catering che viene loro portato, sia trasformato nella possibilità per loro di cucinarsi il cibo". 

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