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Rom per la differenziata, bufera sulla Danese: "Una mia proposta, non ci sono delibere"

Una proposta per avviare i rom a percorsi lavorativi legali, fuori dalla ricettazione. Tanti gli attacchi dal centro destra ma anche dalla maggioranza Pd. L'assessore: "Non c'è nessuna delibera"

I rom sono bravi a selezionare i rifiuti dai cassonetti, specie i metalli, che bruciano per ricavare rame da vendere? Perché non sfruttare qualcosa che "sanno fare bene" per avviare un percorso di integrazione. Manco a dirlo, la proposta dell'assessore alle Politiche Sociali Francesca Danese, subentrata a Rita Cutini da poco più di un mese, ha scatenato il putiferio, tanto da spingere il Campidoglio a pressare viale Manzoni perché si precisasse rapidamente che "non c'è nessun delibera". Insomma, che si tratta di una proposta lanciata a titolo personale, semplicemente un'idea nuova da valutare. 

"Le mie dichiarazioni, rilanciate dall'agenzia Dire nel pomeriggio - ha spiegato l'assessore - risalgono a una settimana fa quando ho visitato la Best House Rom, il ghetto di Via Visso dove ho visto persone abitare ammassate in stanzette senza finestre". 

"Persone - continua Danese - che vivono di espedienti in strutture inumane e per di più costosissime per la collettività. Le dichiarazioni non alludono ad alcuna delibera ma è doveroso che l'Assessorato alle politiche sociali immagini percorsi di integrazione che passino per l'inserimento al lavoro e l'emersione di quante più persone dalla marginalità e da quelle zone d'ombra dove è più forte la contaminazione con i circuiti criminali". 

Allora perchè non "valorizzare le competenze, le abilità, i saperi" pretendendo "legalità da ciascuno degli attori. Per questo, tra mille altre azioni, ho immaginato che si potessero combattere rovistaggio e roghi tossici anche costruendo filiere di recupero, riuso e riciclaggio che possano allontanare quante più persone, ad esempio, dai circuiti della ricettazione". 

E a chi l'ha attaccata, da Marchini con un secco "siamo su scherzi a parte" al Dario Rossin, capogruppo Fi, "è veramente assurdo" al Pd con Stefano Pedica "vuol dire non sapere come si amministra una città", risponde così: "Purtroppo, per alcuni esponenti politici, l'avversione alle politiche di accoglienza, il razzismo e l'attaccamento a costosi ghetti sono più forti della solidarietà e dell'amore per questa città".

Qualcuno però appoggia la proposta. "Roma si mette in linea con l'Europa applicando semplicemente la direttiva europea, recepita da una memoria di Giunta dello scorso anno, ovvero tentare la strada dell'integrazione delle persone rom attraverso i 4 pilastri indicati dall'Ue: scuola, lavoro, salute e casa" ha detto il presidente della commissione Politiche Sociali, Erica Battaglia, commentando con l'agenzia Dire la proposta. 

"Questo è un progetto storico dell'Opera nomadi che stato già portato a Roma nel 2006 dopo la prima proposta nel 1990 con la prima cooperativa dei rom, concretamente attuato solo otto anni dopo nel XII Municipio. Non solo siamo favorevoli, ma rivendichiamo la primogenitura della proposta" ha spiegato sempre all'agenzia DIRE il presidente nazionale dell'Opera nomadi, Massimo Converso, commentando anche lui l'idea della Danese. 

"Nel settembre 2012 - prosegue Converso- è stata presentata una delibera a firma Giordano Tredicine (Pdl), a cui abbiamo dato un grande contributo e la cui bozza abbiamo consegnato al neo assessore Danese l'11 gennaio, ma su essa pesa un grave ritardo istituzionale". L'assessore comunque ha precisato che ancora "non c'è nessuna delibera" in discussione.  

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